Andrea Padovani, dopo lo scivolone: «Da oggi mi aspetto sicuramente un atteggiamento diverso»
Dopo la delusione per l’affossamento della Tampon Tax, il vicecapogruppo di Federalisti progressisti - Partito democratico Andrea Padovani, intende fare chiarezza su alcune questioni che lo riguardano, e sul suo ruolo nella maggioranza regionale. Secondo Andrea Padovani la Tampon Tax non riguardava solo la maggioranza perché a suo avviso «Ci sono questioni e questioni, impegnarsi per cancellare una diseguaglianza così palese come quella che vede i prodotti per le mestruazioni tassati come una Ferrari dovrebbe essere compito di tutto il Consiglio Valle. Penso - sottolinea Andrea Padovani - che quel voto non fosse legato al merito della mozione ma fosse un segnale a tutta la maggioranza per malumori di altro genere. Spiace che certi giochi vengano fatti su questioni che riguardano la pelle delle persone».
Si è sentito tradito?
«Sono più deluso e arrabbiato: ad essere stato tradito non è Padovani, ma le donne che, soltanto per essere tali, spendono - a essere prudenti - circa duemila euro in più degli uomini e le ragazze che avrebbero potuto usufruire della distribuzione gratuita nelle scuole. E invece mi è toccato sentire battutine e vedere sorrisini e colpi di gomito, neanche fossimo ancora alle scuole medie. In ogni caso, non intendo fermarmi qui: non sarà una mozione bocciata anche in modo strumentale a convincermi a lasciar cadere la questione».
Quale sarà d'ora in poi il suo atteggiamento nei confronti del Governo?
«Il mio atteggiamento sarà quello di sempre. Continuerò a lavorare per portare idee. Ci sono questioni urgenti da affrontare e tante crisi aperte: da quella sanitaria a quella sociale, passando per la crisi economica e quella ambientale. Ecco, concentriamoci su quelle».
Cosa chiede ai colleghi di maggioranza?
«Più che chiedere, diciamo che da oggi mi aspetto sicuramente un atteggiamento diverso. Non si possono bocciare iniziative che riguardano temi di civiltà solo per mandare messaggi a qualcuno o rendere pubblico qualche mal di pancia. E soprattutto, è troppo facile scegliere di cestinare la questione attraverso il voto segreto. Pensi che sia giusto che le donne paghino di più e che questo non sia un problema? Bene, ci metti la faccia e lo dici pubblicamente».
Farà pesare il suo voto da qui in avanti?
«Al momento sto lavorando ad alcune iniziative che riguardano le barriere architettoniche, il lavoro e i diritti civili e sono concentrato su quelle. È ovvio, però, che mi auguro davvero che certe scene non si ripetano una seconda volta: non rispettano le valdostane e i valdostani e non fanno bene alla politica».
Per molti valdostani lei è il rappresentante nella nostra regione di Sinistra Italiana, il partito di Fratoianni.
«No, io non sono un rappresentante di Sinistra Italiana, anche se ne condivido spesso le battaglie e i temi che porta avanti. Credo che sia nato un equivoco a seguito della mia partecipazione al loro ultimo congresso nazionale, al quale fui invitato a parlare per raccontare della nostra regione nella quale Sinistra Italiana non esiste. L’ho fatto con piacere, perché ne condivido l’ambizione di costruzione di una casa comune per la Sinistra e perché volevo portare il mio racconto di quello che succede in Valle d’Aosta in un’assise della sinistra nazionale».
A che partito è iscritto allora?
«Non ho tessere e non sono iscritto ad alcun partito».