“Andata e Ritorno”, i volontari come angeli per chi è più fragile

“Andata e Ritorno”, i volontari come angeli per chi è più fragile
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Oltre 150mila chilometri percorsi in 6 anni, 16 volontari che spesso utilizzano mezzi propri e una 30ina di viaggi settimanali per aiutare chi si trova in difficoltà ad affrontare le normali esigenze di tutti i giorni: una visita medica di controllo, fare la spesa, ma anche avere occasioni di socializzazione. L’attività dell’associazione “Andata e Ritorno” è andato via via crescendo dall’inizio della sua fondazione, avvenuta alla fine del 2016, e proprio per questo necessita di nuove risorse: volontari ma anche sostegno economico. Inizialmente i servizi erano destinati solamente agli utenti della Comunità Grand Paradis ma ultimamente sono stati allargati anche alla città di Aosta. «I numeri delle richieste continuano a salire - spiega la coordinatrice Daniela Lale Demoz - e fino a questo momento, nel 2022, abbiamo già effettuato 1.300 servizi, che vanno da un minimo di 22 a un massimo di 35 la settimana. Al momento gli utenti che aiutiamo sono circa un centinaio». Nei 6 anni i mezzi dell’associazione - che al momento sono 2, ma dovrebbero presto diventare 3 - hanno percorso oltre 150mila chilometri, salendo dagli 11mila del primo anno completo, il 2017, ai quasi 30 mila del 2022. «Per gli utenti che fanno riferimento all’Unité Grand Paradis arriva un contributo economico, - precisa ancora Daniela Lale Demoz - ma sarebbe necessario avere un appoggio anche del Comune di Aosta, perché tolto il lavoro dei volontari, che ovviamente è gratuito, ci sono i costi del carburante e della manutenzione dei veicoli. Fino ad ora abbiamo attinto a risorse dell’associazione, ma è evidente che non si può andare avanti così, considerando che la nostra attività in questi anni ha consentito un risparmio alle istituzioni di oltre 30mila euro».

«Attualmente siamo 16 volontari - riferisce la volontaria e presidente dell’associazione Gabriella Pezzin - che si mettono a disposizione, a seconda delle proprie disponibilità di tempo, alcune ore alla settimana. E’ evidente però che servono nuove forze, sia per poter soddisfare meglio le esigenze di chi si rivolge a noi, che per alleggerire il lavoro stesso dei volontari. Per aderire all’associazione, occorre semplicemente essere automuniti e avere voglia di dedicare un po’ di tempo agli altri. Ci sentiamo come una famiglia. Sono tanti i rapporti umani che sono cresciuti in questi anni di servizio. E l’aspetto più bello è che crediamo si tratti di una esperienza davvero formativa e arricchente per tutti».

Uno degli utenti dell’associazione “Andata e Ritorno” è Luigi Giunta che è presidente dell’Unione Ciechi e Ipovedenti della Valle d’Aosta. «Per i membri della nostra associazione, si tratta di un servizio essenziale - afferma Luigi Giunta - che ci consente di condurre una vita il più possibile normale e superare il nostro isolamento. Oltre per sbrigare incombenze pratiche, questo aiuto ci consente anche di recuperare un buon livello di socialità, che è fondamentale nelle nostre condizioni».

Un altro volontario che si è avvicinato, fin dalla sua fondazione, all’associazione è Pietro Albini, 68 anni, di Villeneuve, originario di Valsavarenche. «Appena raggiunta l’età della pensione, nel 2016, sono venuto a conoscenza dell’associazione. - racconta Pietro Albini - Già in gioventù avevo avuto esperienza come volontario nel Soccorso alpino di Valsavarenche, anche se poi per motivi di lavoro avevo dovuto fermarmi. Appena ne ho avuto la possibilità, mi sono riavvicinato a questa realtà. Significative le parole che disse la coordinatrice Daniela Lale Demoz a noi volontari: “Riceverete molto di più di quello che darete”. Ora mi sento di affermare che corrisponde esattamente alla realtà». Pietro Albini evidenzia che negli anni le richieste di sostegno sono aumentate: sono tante le persone che hanno bisogno di un aiuto occasionale (in caso di disabilità temporanea) o invece per periodi più lunghi. Parallellamente aumenta il numero di anziani che vivono soli e non sono più in grado di muoversi autonomamente anche solo per fare la spesa. «L’aspetto che forse non mi sarei aspettato - aggiunge Pietro Albini - sono i rapporti di amicizia sincera che possono nascere in queste occasioni. Una volontaria che si è appena unita a noi ha ben riassunto lo spirito di questa associazione: il fatto di accompagnare un utente a fare una visita o in ospedale rappresenta solo la metà di quello che facciamo, l’altra metà è ascoltare le persone, dire una parola di conforto».

Ester Belley ha 71 anni e vive nel villaggio di Bellon, a Sarre, a 1.380 metri di quota. «E’ da 5 anni che conosco questo servizio e per la mia situazione di salute è stato utilissimo, non finirò mai di ringraziare i volontari. - dichiara Ester Belley - Purtroppo per un periodo lungo, di ben 19 mesi, ho dovuto sottopormi a terapie in ospedale e non avrei saputo davvero a chi altri rivolgermi».

La volontaria Gabriella Pezzin con gli utenti Aldo Fogliato e Luigi Giunta (a destra) e Pietro Albini con l’utente Ester Belley

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