Anche in Valle d’Aosta archeologi in lutto per Filippo Maria Gambari

Anche in Valle d’Aosta archeologi in lutto per Filippo Maria Gambari
Pubblicato:
Aggiornato:

Sin dall’inizio degli anni Ottanta faceva parte della Société Valdotaine de Préhistoire et d’Archéologie: Filippo Maria Gambari, tra gli archeologi più influenti e competenti d’Italia, è scomparso giovedì scorso, 18 novembre, all’Ospedale Spallanzani di Roma a causa del Coronavirus. Aveva 66 anni, essendo nato a Milano nel 1954, e già quindicenne prese parte al suo primo scavo, poi si laureò in Lettere classiche e subito dopo venne assunto dalla Soprintendenza archeologica del Piemonte a Torino, coordinando numerose scavi e venendo a contatto con la realtà archeologica della Valle d’Aosta. E’ poi stato - durante una carriera veramente straordinaria – soprintendente per i Beni archeologici in Liguria, in Emilia Romagna e in Lombardia prima di essere nominato direttore delle Museo delle Civilità dell’Eur a Roma, oltre che autore come studioso di più di 200 pubblicazioni.

«Il nostro primo incontro - ricorda Damien Daudry, ispettore onorario ai beni culturali per la nostra regione - risale agli anni Settanta, sugli scavi di Saint-Martin de Corléans, durante una visita al sito che all’epoca era una novità. Lo rincontrai nel 1982 in occasione del terzo Colloquio sulle Alpi nell’Antichità organizzato in Aosta dalla nostra Societé. All’epoca come funzionario della Soprintendenza archeologica del Piemonte, presentò, con Marica Venturino, una dotta comunicazione sui “Rapporti tra le culture preistoriche piemontesi e le aree transalpine”. Da quel momento, Filippo Gambari divenne per me oltre che un sicuro punto di appoggio scientifico, un carissimo, fraterno amico ed i nostri contatti si fecero sempre più frequenti e proficui. Egli non esitò mai a rispondere con solerzia e precisione ad ogni nostra richiesta di collaborazione.»

«Dotato di vastissime conoscenze in campo archeologico oltre che di una grande cultura generale, non esitava a mettere il suo sapere a disposizione di tutti o di chi, come me all’epoca, si accingeva ad approfondire le proprie conoscenze in archeologia. Collaborò e mi sostenne - sottolinea Damien Daudry - nella mia veste di presidente della Société Valdotaine de Préhistoire et d’Archéologie della quale fu presto, con Marica Venturino, cooptato tra i soci. Divenne anche, sin dal momento della sua istituzione nel 1987, membro del Comitato scientifico internazionale preposto ogni 2 anni all’organizzazione dei Colloqui sulle Alpi nell’Antichità. In questa veste fu un ingranaggio essenziale nelle scelte dei temi da dibattere. Di lui conservo, oltre al ricordo di un’amicizia sincera e profonda, quello di un uomo schietto, arguto, dalla battuta pronta, che sapeva cogliere il lato umoristico delle cose: un interlocutore piacevole e perché no un commensale con cui non ci si annoiava di certo. Là dove ora riposa, lo immagino sorridente, quasi a dirmi con la sua consueta modestia “Non sbilanciarti troppo, Damien, nel tessere le mie lodi».

Abbonamento Digitale La Valléè
Archivio notizie
Ottobre 2024
L M M G V S D
 123456
78910111213
14151617181920
21222324252627
28293031