“Anaborava e bufali con l’Ibr: nessuna conseguenza in Valle”

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E’ sbarcato in Consiglio Valle il caso dei bufali arrivati in Valle d’Aosta, nell’ambito di un progetto di produzione seminale a fini commerciali dell’Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Valdostana, e poi allontanati - alcuni anche abbattuti - perché risultati colpiti da rinotracheite infettiva.

«Per l’introduzione dei capi bufalini sul territorio regionale l’ente di selezione ha concordato con i servizi veterinari un apposito protocollo sanitario. - ha detto l’assessore all’Agricoltura Davide Sapinet rispondendo a un’interpellanza presentata da Dino Planaz della Lega Vallée d’Aoste - Gli accertamenti veterinari, eseguiti dopo l’arrivo degli animali in una stalla di quarantena, adeguatamente predisposta e autorizzata, nel Comune di Morgex, hanno evidenziato alcune difformità rispetto al protocollo. I capi sono così stati sottoposti a tutte le prove sanitarie previste per la quarantena eseguite dall’Istituto zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, dalle quali è emerso un riscontro di due capi positivi all’Ibr. La malattia da cui risultavano afflitti gli animali positivi era la variante bufalina, diversa da quella bovina, da cui la Valle è indenne da anni. Si tratta di due virus diversi. Valutata comunque, dalle conoscenze scientifiche, la possibilità di infezioni incrociate dalle due specie, si è prontamente proceduto ad applicare le disposizioni previste nel protocollo sanitario. I due capi positivi sono stati macellati fuori valle il 17 febbraio, così come un ulteriore bufalo risultato positivo ad un successivo approfondimento. Gli altri quattro capi sono stati allontanati dalla regione in data 5 marzo e la stalla di Morgex è stata sottoposta a disinfestazione. Non vi è stata pertanto nessuna conseguenza per l’indennità del territorio valdostano da Ibr, né conseguenze per l’Anaborava e nessun altro allevamento valdostano è stato coinvolto».

«L’associazione si era mossa nell’intento di consolidare i rapporti con l’ente di selezione bufalino, su richiesta della società Synergy, che associa diversi enti di selezione, che necessitava di una limitata quota di materiale seminale della specie bufalina e per la conduzione di prove di progenie. - ha aggiunto l’assessore Davide Sapinet - Per tale attività di commercializzazione, l’Anaborava aveva chiesto il parere al Ministero delle politiche agricole e ottenuto il relativo nulla osta».

«Occorre fare attenzione che enti come Anaborava non caschino in questi “tranelli”, che possono portare dei danni all’intero sistema dell’allevamento valdostano» ha replicato Dino Planaz.

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