Ampliamento dell’ospedale «Esposto per fare chiarezza»
In una conferenza stampa convocata martedì scorso, 20 febbraio, al Csv di Aosta, i rappresentanti del Comitato Vallée Santé - presenti il portavoce Enzo Blessent, il dipendente regionale in pensione Valter Manazzale, la già caposala del “Parini” Nives Paroli e l’infermiera in pensione Emanuela Jordan - hanno illustrato i contenuti dell’esposto presentato nei giorni scorsi alla Corte dei Conti, all’Autorità nazionale anticorruzione e alla Procura - che ha già aperto un fascicolo anche se per ora senza ipotesi di reato né indagati - in relazione all'iter di ampliamento dell’Ospedale regionale “Umberto Parini”. Tra gli esponenti politici in sala Alberto Zucchi, presidente di Fratelli d’Italia Valle d’Aosta, e Diego Lucianaz, consigliere regionale del gruppo Rassemblement Valdôtain. Il Comitato Vallée Santé evidenzia che «Un progetto nato per costare meno di 130 milioni di euro, oggi ne prevede oltre 190 e ancora l’iter non è concluso perché nel conteggio mancano completamente i dati relativi alle fasi 4 (nuovo polo Materno-Infantile) e 5 (ristrutturazione dell’ex Mauriziano). Ricordiamo che la nostra proposta prevedeva un ospedale completamente nuovo fuori dal centro urbano con un costo di circa 140 milioni di euro per 400 posti letto e 6 anni per la realizzazione». Ma quali sono gli obiettivi dell’esposto? Innanzitutto di accertare «Le eventuali responsabilità contabili dei soggetti coinvolti: il Presidente della Regione Valle d'Aosta e/o Assessori delegati competenti, l'Unità sanitaria locale della Valle d'Aosta in persona del suo Direttore generale, il Comune di Aosta in persona del suo Sindaco e coloro che sono stati eventualmente incaricati, nel tempo, di azioni conseguenti o emergenti dalle varie deliberazioni regionali adottate». Nella segnalazione si chiede anche di verificare «In base a quale criterio di efficacia ed efficienza l’Amministrazione regionale proceda nella volontà di “ristrutturare ed ampliare” il presidio ospedaliero Umberto Parini (ex- Mauriziano) visto che non è mai stato effettuato uno studio comparativo di costi e benefici tra le opzioni “ristrutturazione-ampliamento” oppure “nuova struttura ospedaliera decentrata”». Inoltre il Comitato Vallée Santé auspica che siano stabilite «Quali siano, in caso di accertamento per colpa e/o dolo (oltre ai già citati principi di efficienza, efficacia, anche quelli di trasparenza ed economicità costituzionalmente richiesti in interventi pubblici similari) le misure ritenute più opportune nei confronti dei soggetti eventualmente responsabili del danno erariale cagionato oltre che dell’eventuale danno alle persone che da tali lungaggini hanno patito conseguenze negative (vedi mancati ricoveri per mancanza di posti letto, allungamento delle liste di attesa o rinvio di sedute operatorie o visite ambulatoriali per carenza di spazi o posti letto)».
Il portavoce del Comitato Vallée Santé Enzo Blessent ha precisato che «Noi suggeriamo un nuovo ospedale. Almeno si faccia questo confronto che mai è stato fatto in 30 anni. Soltanto l’ex assessore regionale alla Sanità Roberto Barmasse ci ha incontrati e mostrato i progetti». Valter Manazzale ha precisato che «Il nostro comitato è apolitico e trasversale» e questa è «Una segnalazione di garanzia» perché «Non abbiamo in mano tutta la documentazione». Valter Manazzale ha quindi aggiunto: «Se va tutto bene anche la Regione sarà contenta, se non è così allora meglio fermarsi e valutare che fare. È una verifica importante. Siamo stati costretti a fare l’esposto». L’ex infermiera Emanuela Jordan ha ricordato che «Non so quanti traslochi ho visto, ma non siamo stati contattati una sola volta per sapere se i progetti fossero coerenti con le esigenze dei pazienti». E in merito all’ampliamento ha osservato: «Non si coscono i costi finali, i tempi di realizzazione, soltanto in terventi spot e ora nuove deliberazioni per progettazioni» Non a caso, secondo il Comitato Vallée Santé si assiste a «Un susseguirsi di soluzioni progettuali di cui non è agevole percepire la ratio e la reale portata. Una situazione che ha portato a possibili sperperi di risorse pubbliche, visto che per importanti attività e specialità (si veda la riabilitazione post-interventi orto-traumatologici) è stato necessario trovare spazi esterno al complesso ospedaliero o usare strutture private (vedi a suo tempo il Day-hospital per l'uso di Sale operatorie a supporto di quelle ospedaliere o la convenzione integrativa con la clinica Isav di Saint-Pierre), con i relativi costi che si sarebbero potuti risparmiare se si fossero evitate copiose riprogettazioni e revisioni decisionali». Numerose anche le perplessità dell’ex caposala Nives Paroli: «Dopo il ritrovamento del guerriero celtico abbiamo visto i disegni dell’ampliamento che prevede 260 posti letti per degenze H24. Del resto, dell’ex Mauriziano, nulla. Un’ala su cui è scritto H12, quindi che faranno i pazienti? Andranno a dormire a casa? Non ci sono indicazioni dei reparti e degli ambulatori, c’è soltanto quella di 12 poltrone per il Day Hospital oncologico».