AMOS OZGIUDA

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«Gesù e tutti i suoi apostoli erano ebrei figli di ebrei. Ma nell’immaginazione popolare cristiana l’unico fra loro bollato come giudeo - anzi, come colui che rappresenta l’intero popolo ebraico - è Giuda Iscariota». Il romanzo si svolge nell’inverno ’59-‘60. La storia di un amore deluso e una questione religiosa che “rimane irrisolta”. Schemuel abbandona gli studi universitari ed è abbandonato dalla sua ragazza. In questo frangente trova un modesto stipendio e una mansarda in casa dell’anziano Gershom e della giovane Atalia. Un compito di aiuto e compagnia denso di misteri e di grande intensità umana e intellettuale. Quest’opera è un “potente elogio del tradimento”. Come dice lo stesso Oz: «…solo chi tradisce, chi esce fuori dalle convenzioni della comunità cui appartiene, è capace di cambiare se stesso e il mondo». Come tutta l’opera di Oz anche questo romanzo è una riflessione sulla presenza ebraica in Terra d’Israele e sulle sue molte anime qui incarnate da due personaggi: “un uomo che non voleva la nascita d'Israele e di un giovane morto perché Israele viva”.

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