Amministratori locali e sindacati sono d’accordo «Riprendere il dossier del raddoppio della galleria»
Il raddoppio del tunnel è ciò che chiedono anche gli amministratori comunali della Valdigne. Riccardo Bieller, presidente de l'Unité des Communes Valdigne-Mont Blanc, definisce il cantiere che sta per aprire nella galleria «inevitabile» e parla della «necessità dei sondaggi per capire quali interventi definitivi si prospettano». «Durante l’incontro di martedì scorso con il presidente della Regione Renzo Testolin e con i tecnici - prosegue Riccardo Bieller - sono state spiegate le ragioni della chiusura. Non abbiamo potuto fare altro che prendere atto della decisione. Questa situazione porterà forti disagi con risvolti negativi, soprattutto, per l’economia. Però eseguire delle verifiche è utile, perché a quanto pare secondo gli esperti il problema più grosso riguarda la roccia sopra la volta del tunnel. A livello locale, siamo favorevoli al raddoppio, magari a una quota più bassa per una galleria che potrebbe essere - perché no - progettata per diventare un traforo ferroviario per il trasporto dei camion. Questa è l’idea prevalente tra gli amministratori della Valdigne».
«Nulla di più è emerso rispetto a quanto già ci era stato detto in merito alla chiusura del traforo. Speriamo però, come annunciato dal presidente della Regione Renzo Testolin, che lo si possa riaprire il 18 dicembre prossimo» conferma il segretario generale del Savt, Claudio Albertinelli.
«Anche noi - afferma Jean Dondeynaz, segretario regionale della Cisl - sosteniamo il raddoppio del tunnel. Ragionamento emerso e rimarcato anche durante la riunione di martedì, improntata in particolare maniera sui risvolti tecnici di questa chiusura temporanea, necessaria per poter intervenire con i lavori».
«Per il periodo di chiusura del traforo - spiega Domenico Crea del settore Trasporti Cisl Vda - i 70 dipendenti della componente operativa legati alla sicurezza - contando il personale amministrativo, sono un centinaio in totale i dipendenti della società - non potranno usufruire della cassa integrazione, poiché a differenza della chiusura ipotizzata prima della frana del Frejus, le settimane di stop sono diminuite. I dipendenti saranno in larga parte ricollocati per lavori all’interno del tunnel, mentre altro personale operativo sarà distaccato al Raccordo autostradale valdostano».