Ambiti territoriali, rabbia dei Sindaci contro la Regione “Decisioni assunte senza prenderci in considerazione”
Sindaci sul piede di guerra contro la decisione della Regione di approvare d’imperio la rideterminazione di tre ambiti territoriali ottimali per l'esercizio associato delle funzioni e dei servizi comunali. In particolare, il Comune di Emarèse è stato inserito nell’ambito insieme a Montjovet e a Champdepraz, il Comune di Torgnon insieme ad Antey-Saint-André, Chamois e La Magdeleine e il Comune di Valsavarenche insieme ad Aymavilles e Villeneuve (per quest’ultimo caso si veda il servizio a pagina 23).
«Al 3 febbraio scorso risultava che per i Comuni di Emarèse, Torgnon e Valsavarenche non era stato riconfermato l’ambito territoriale ottimale originariamente costituito in attuazione della legge regionale 6/2014, né che fosse costituito un nuovo ambito in reciproco accordo con altri Comuni. - si legge in una nota della Regione - Il Presidente della Regione ha diffidato i tre Comuni a raggiungere un reciproco accordo con uno o più Comuni e a deliberare in tale senso non oltre dieci giorni dal ricevimento della nota di diffida, dandone immediata comunicazione alla Presidenza della Regione, pena l’avvio del previsto intervento sostitutivo da parte della Giunta regionale. Nessuno dei tre Comuni, tuttavia, è riuscito a raggiungere un reciproco accordo con uno o più Comuni ai fini dell'individuazione di un ambito territoriale ottimale, creando così i presupposti per l’intervento sostitutivo della Giunta regionale che, in conformità all’articolo 3, comma 2 della legge regionale 15/2020, provvede, con propria deliberazione e previo parere della Commissione consiliare competente, all'individuazione dell'ambito territoriale ottimale, invitando i Comuni interessati alla tempestiva sottoscrizione delle relative convenzioni».
Le reazioni dei Sindaci
La decisione della Regione ha fatto infuriare i Comuni.
«Cosa esistono a fare i Sindaci e gli enti locali se sulle decisioni importanti le scelte ci vengono fatte cadere dall’alto senza essere condivise? - si chiede il sindaco di La Magdeleine Mauro Duroux - La delibera di Giunta regionale è stata approvata senza che i Comuni venissero né convocati né informati. A fine gennaio avevamo approvato un ambito a tre con La Magdeleine, Antey e Chamois, al termine di un iter complesso durato mesi, tra riunioni, incontri e valutazioni. Si era provato anche a coinvolgere Torgnon: se in tre mesi di confronti non si è riusciti ci sarà un motivo! Il meccanismo legislativo avrebbe tranquillamente permesso di creare un ambito tra Valsavarenche, Torgnon ed Emarèse. Invece con questa decisione si è allargato a dieci Comuni un problema che riguardava solo tre. E tra l’altro questo fatto potrà generare ritardi nel concludere l’iter di riorganizzazione dei servizi (soprattutto con riferimento alle sedi di segreteria) con conseguenze negative sul buon andamento dell’amministrazione di tutti i Comuni della Valle d’Aosta. E’ stato uno sgarbo istituzionale e c’è chi sta valutando di impugnare la delibera al Tar».
«Antey, La Magdeleine e Chamois hanno una storia in comune e tanti servizi sono già condivisi: era la scelta più logica, che abbiamo preso entro i termini di legge. - sottolinea il sindaco di Antey-Saint-André Marco Poletto - Ora scopriamo, senza che nessuno ci abbia avvertito, che deve entrare anche Torgnon. Non mi sembra corretto. Prendere un solo segretario per quattro Comuni è molto difficile ma averne due farebbe aumentare decisamente i costi. Non possiamo passare mesi a fare riunioni e poi tutto viene cambiato dall’alto dalla sera alla mattina».
«Ci ritroviamo in un ambito a quattro voluto d’imperio dalla Giunta, che ha fatto una riunione solo con i Comuni che erano rimasti esclusi senza convocare noi: questo non va bene. - lamenta il sindaco di Chamois Mario Pucci - La nostra proposta è che si crei un ambito tra quei tre Comuni: è previsto dalla legge che enti anche non confinanti né della stessa Unité possano costituire un ambito insieme».
«La nostra esigenza è di avere un segretario al cinquanta per cento e non più al trentatré per cento come era nell’ambito precedente, in cui eravamo insieme ad Antey e a La Magdeleine. - argomenta il sindaco di Torgnon Daniel Perrin - Con il distacco di Chamois da Valtournenche, l’ambito a quattro per noi sarebbe stato troppo dispersivo però rispettiamo la scelta della Regione. Per non rompere gli equilibri, si può pensare alla possibilità di convenzioni “fuori ambito”, ad esempio per un segretario tra noi ed Emarèse».
Perplessità anche da parte dei sindaci di Champdepraz Monica Cretier e di Montjovet Jean-Christophe Nigra, che avevano già approvato il loro ambito a due e si sono ritrovati con le carte sparigliate dalla mossa della Regione di aggiungere al loro ambito anche Emarèse. «Avevamo emesso una delibera congiunta noi e Montjovet definendo l’ambito a due: questa decisione senza nemmeno essere contattati ci ha spiazzato» esclama Monica Cretier.
«Sarebbe bastata una telefonata o un piccolo incontro per parlarne. - riflette Jean-Christophe Nigra - Soprattutto sarebbe scorretto se, come sembra, fossero stati consultati solo i tre Comuni “esclusi” e non noi. E’ una scelta che può portare a problemi organizzativi e che, a cascata, può ripercuotersi su tutti i Comuni valdostani. Noi siamo disponibili a collaborare ma chiediamo di essere considerati».
La lettera di protestaSe la delibera di Giunta regionale è stata approvata mercoledì, già ieri, venerdì, i sindaci di Aymavilles, Villeneuve, Montjovet, Champdepraz, Antey-Saint-André, Chamois e La Magdeleine hanno preso carta e penna e indirizzato una missiva di fuoco al presidente della Regione Erik Lavevaz.
«Si sottolinea innanzitutto che alcuni Sindaci dei Comuni interessati dal provvedimento di Giunta e già inseriti in ambiti ottimali conformi alle disposizioni vigenti, non sono stati contattati neppure informalmente dal Signor Presidente della Regione al fine di essere portati a conoscenza della possibile adozione del grave provvedimento che li avrebbe riguardati, omissione di comunicazione che rasenta o forse addirittura supera i limiti dello sgarbo istituzionale e della leale collaborazione tra enti pubblici. - si legge nella lettera - Si rappresenta altresì che un mancato preventivo incontro congiunto con i Comuni interessati, già appartenenti ad ambiti correttamente definiti sulla base delle disposizioni regionali, risulta vieppiù grave se si considera che, dopo il termine del 31 gennaio, soltanto i Comuni rimasti esclusi da accordi sono stati sentiti dal Signor Presidente; ne è risultata così una chiara ed ingiustificabile disparità di considerazione anche politica tra enti locali».
«Non è escluso che l’intervento sostitutivo della Regione, lungi dal portare al completamento del quadro normativo, determini invece un allungamento inutile dei tempi di realizzazione, oltre ad immediate conseguenze gravemente disfunzionali, e forse addirittura il fallimento di esperimenti associativi che stavano partendo con le migliori intenzioni. - prosegue il testo - Al di là di possibili polemiche che possono derivare dalle modalità d’agire dell’Amministrazione regionale, si conferma la volontà di collaborare per il completamento del quadro normativo, ma si richiede altresì che possa avere luogo a breve un incontro urgente con il Presidente della Regione e la Giunta regionale al fine di individuare soluzioni e chiarire le tante zone d’ombra della vicenda».