Alluvione, dalla Regione la doccia fredda Niente ristori per Cogne e Breuil Cervinia

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Finita l’estate, è arrivato il momento di fare i conti per gli operatori turistici. E naturalmente a Cogne i conti non tornano, visto che alberghi e ristoranti sono rimasti chiusi un mese, tutto luglio, per i danni causati dall’alluvione di sabato 29 giugno scorso. La regionale distrutta in più punti, la località è stata isolata fino alla riapertura della strada, sabato 27 luglio. Danni ingenti anche a Breuil Cervinia, ma la località è sempre rimasta raggiungibile, con la stagione estiva compromessa solo in parte.

Nei giorni successivi, parallelamente all’opera di ricostruzione, è partita la trattativa tra associazioni di categoria e Regione per capire come tamponare le perdite economiche causate dall’alluvione. L’obiettivo degli albergatori era ottenere i ristori, contributi a fondo perduto sulla falsariga di quanto era avvenuto nel dopo Covid, quando i fatturati erano stati azzerati dai lockdown: in un primo tempo si è parlato del 40 per cento, ultimamente del 20 della differenza di incassi rispetto al 2023. Invece nei giorni scorsi da Aosta è arrivata la doccia fredda. Ai rappresentanti dell’Adava - l’associazione che raduna gli operatori della ricettività turistica - è stato prospettato un altro scenario. Niente ristori, ma - con l’intervento di Finaosta - dei finanziamenti a tasso zero con tempi di rimborso diluiti nel tempo. Niente soldi a fondo perso quindi, solo prestiti da restituire.

«Sono tremendamente arrabbiata. - commenta Christine Cavagnet, titolare dell’Albergo Herbetet a Valnontey di Cogne - I prestiti non sono quello di cui abbiamo bisogno, non sono quello che avevamo chiesto, ovvero i ristori per compensare il mancato guadagno, come era già successo dopo il Covid. Invece ci offrono finanziamenti a tasso zero, però molti hanno già tanti mutui». A Valnontey la situazione se possibile è peggiore rispetto a Cogne. Il paesaggio è letteralmente trasformato e l’estate è trascorsa con tante limitazioni. «Siamo stati fortemente danneggiati e non possiamo immaginare come sarà la prossima stagione estiva, che qui è quella forte. - prosegue Christine Cavagnet - Avranno risolto tutti i problemi? Quest’anno intanto luglio è andato perso completamente, agosto e settembre sono stati inferiori agli anni scorsi. Per l’autunno e l’inverno le prenotazioni sono quasi assenti in Valnontey. Oggi non sappiamo come fare per pagare le fatture. Aprire altri finanziamenti significa indebitarsi ancora».

«Ci dicono che per Valnontey si potrebbe riprendere in considerazione l’ipotesi ristori. Quel che è certo è che oggi restiamo semplicemente con una grande delusione. Eppure mi ricordo bene l’incontro in Municipio, quando la Giunta regionale salì in elicottero: in quella sala io ero in prima fila. Le nostre richieste erano state chiare: non lasciateci soli, abbiamo bisogno dei ristori» conclude Christine Cavagnet.

«Noi speravamo molto nei ristori, abbiamo un grave e urgente problema di liquidità. - afferma Valentina Elter dell’Hotel Petit Dahu, sempre Valnontey - Qui la stagione turistica forte è l’estate» che in tanti casi coincide con il 60 per cento del fatturato annuo. «Ottobre e novembre, e poi marzo, aprile e maggio danno poco o niente, rimaniamo aperti giusto per dare un servizio. I tempi di un finanziamento rischiano di essere lunghi. E poi ci sono molti dubbi anche sull’opportunità di investire qui in Valnontey. Abbiamo davanti agli occhi lavori che andranno avanti parecchi anni, ci aspettiamo un inevitabile calo delle presenze. E’ vero che ad agosto molti sono venuti ugualmente, chi per solidarietà e chi per curiosità. Ma la nostra prospettiva adesso è di avere sulle strade, nei prati, scavatori e camion per chissà quanto tempo. Detto questo, anche se sarà un finanziamento e non un ristoro, sarà comunque un aiuto, che potrà certamente fare comodo» conclude Valentina Elter.

Stefano Gilliavod è il titolare dell’Hotel Miramonti, 4 stelle a Cogne: «Niente ristori, ci propongono finanziamenti. Ma se uno è in difficoltà, non è piacevole la prospettiva di indebitarsi ancora di più. Soldi non ce ne sono? Non si vuole creare un precedente? E però ci aspettavamo allora una proposta concreta. Per esempio garanzie sul progetto del collegamento con Pila con la funivia. Una sorta di ristoro a lungo termine, per superare una volta per tutte il problema dell’isolamento».

Per quanto riguarda Breuil Cervinia, Matteo Zanetti delegato Adava di zona tempera la delusione: «Certo, a chi non avrebbero fatto comodo i ristori. I contributi a fondo perso sono sicuramente più graditi di un finanziamento. In tutta sincerità però bisogna ammettere che la situazione di Cervinia è diversa da quella di Cogne. Qui al Breuil non siamo rimasti isolati. Sistemate le strutture, chi ha potuto ha riaperto già a luglio. E poi l’estate di Cervinia non è l’estate di Cogne. Da noi il fatturato si fa in inverno, con lo sci».

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