Allargamento del Parco Mont Avic, battibecco in Consiglio Valle Il presidente Erik Lavevaz: “Lo faremo ma non è una priorità”

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«Il dossier dell’allargamento del Parco del Mont Avic fa parte del nostro programma di legislatura quindi sarà portato avanti. Non è però una delle priorità più urgenti». Lo ha detto mercoledì scorso, 9 febbraio, in Consiglio Valle, il presidente della Regione Erik Lavevaz, rispondendo a un’interrogazione di Progetto Civico Progressista.

La vicenda risale al mese di luglio del 2018 quando si è costituito un comitato promotore che riunisce i privati che, insieme al Comune di Fénis, vorrebbero inserire 1.549 nuovi ettari all’interno dell’area protetta. In questi anni l’iter è proseguito positivamente fino a trovarsi ora - dicono i promotori - a un punto morto da diversi mesi.

Il dibattito in Consiglio sul Parco Mont Avic si è però rapidamente trasformato in uno scambio di accuse politiche tra il presidente Erik Lavevaz e l’ex assessore all’Ambiente Chiara Minelli.

«Nella gestione di questo interim all’Ambiente e Trasporti che lei, collega Minelli, mi ha gentilmente lasciato, cerco di affrontare le urgenze dandomi delle priorità. - ha spiegato Erik Lavevaz - Le emergenze, le cui scadenze si avvicinano molto rapidamente, e alcune sono state anche superate, riguardano tante tematiche che lei conosce molto bene e che richiedono un’attenzione particolare. Alcune di esse non erano state affrontate con il dovuto piglio nella prima parte dell’anno, penso ad esempio alla tematica del servizio idrico integrato che ha delle conseguenze importantissime e potenzialmente pericolose per tutti i Comuni valdostani. Le istanze dei vari comitati, che per lei avevano assoluta priorità, hanno pure la mia attenzione. Questo argomento nello specifico fa parte del nostro programma e lo porteremo avanti, nei tempi che saranno necessari e non appena verranno chiarite alcune questioni in particolare con l’Assessorato dell’Agricoltura. Non credo però che ad oggi sia una delle priorità o delle emergenze che la nostra regione e anche l’Assessorato all’Ambiente devono affrontare».

«Non ha risposto a nessuna delle domande poste nell’interrogazione e quindi devo dedurre che da 4 mesi a questa parte non ci siano novità. - ha replicato Chiara Minelli - Non sono stati fatti approfondimenti di tipo tecnico-economico perché le cose erano già state approfondite. Si tratta di prendere una decisione politica che evidentemente può anche non essere considerata una priorità. Tuttavia ci sono persone che aspettano una risposta da quasi 4 anni e sarebbe corretto dirgli un “sì” o un “no”. Lei non perde occasione per ricordare che le ho lasciato in eredità dei dossier. Io le ricordo che il dossier sul servizio idrico integrato giace in Assessorato non da quando sono stata nominata Assessore ma è ben precedente. Mi dispiace che quello che sta reggendo da maggio 2021 sia un impegno così gravoso. La comprendo. Mi rendo anche però conto che, se ci fosse una reale volontà della maggioranza, forse dopo 9 mesi una soluzione si sarebbe dovuta trovare. Evidentemente questo posto fa gola a parecchie persone oppure a nessuno. O va bene così e lei deve fare l’agnello sacrificale e si deve occupare di un Assessorato che richiede impegno». «Nei mesi che sono stata lì sicuramente posso aver svolto il mio compito in modo non eccellente ma ho cercato di lavorare onestamente, dando attenzione non solo ai comitati ma agli enti locali e a quei progetti che in quel momento la dirigenza di quell’Assessorato, che sta continuando a lavorare, mi ha sottoposto. - ha concluso Chiara Minelli - Mi auguro davvero che troviate finalmente una soluzione perché in nove mesi lasciare senza un presidio continuo un posto come quello è inconcepibile. Datevi una mossa perché ce n’è bisogno e continuiamo ad aspettare. Un tagliando che dura 9 mesi non l’ho mai visto: mi pare più una gestazione».

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