Alla scoperta dell’Atelier regno dei professionisti
L’Atelier des Métiers, in piazza Chanoux, accoglie gli stand degli artigiani professionisti. Il primo, all’ingresso, è quello di Stefano Arnodo di Perloz. Il busto di una giovane, in essenza di tiglio, porta dei fiori colorati fra i capelli mossi dal vento. «E’ un’opera dedicata all’amore per la montagna che avevo progettato con Erika Giorgetti . - racconta Stefano Arnodo - Erika ha perso la vita nell’agosto del 2020, durante un’ascensione alla cima del Rothorn sul Monte Rosa. D’accordo con la famiglia ho deciso di completare la scultura». Poco più in là, Hervé Cheillon, titolare della ditta Bacan di Gignod, nella prima giornata di Fiera ha venduto quasi tutti i suoi pezzi, tra cui spiccano i mini tatà e i cuoricini colorati. «Qualcuno si è lamentato che ho portato pochi oggetti. - riferisce Hervé Cheillon - Però ho partecipato ai mercatini di Natale e quindi non ho avuto tempo per farne di più». Ricorda annate in cui sul banco non restava nulla anche Franco Bruno di Villeneuve, 81 anni e 50 di Foire. «Nel tempo mi sono inventato tante cose, - precisa Franco Bruno - come la grolla che contiene una trottola. Il problema è trovare qualcuno a cui insegnare il mestiere, specialmente per certi oggetti: per esempio, realizzo i fuselli per le merlettaie. Quando non potrò più farli non so chi mi sostituirà». L’ultimo stand dell’Atelier è dedicato proprio a pubblicizzare il mestiere di artigiano, suggerendo tecniche e materiali, ma ai visitatori interessano di più mobilieri e professionisti.
Elena Gal e Alessandro Damarco propongono le loro ceramiche grezze, Ray Sor’g al secolo Fabio Cornaz prosegue nella sua ricerca sugli esseri magici della natura e presenta una driade in tiglio chiaro che sembra uscire da una parete scura, accompagnata da una testa di lupo. Preferisce invece il cirmolo lo scultore di Courmayeur Peter Trojer, che ha realizzato L’homme montagne, una delle opere proposte per i selfie della Foire. «C’è una profonda riflessione dietro ogni mia scultura, - afferma Peter Trojer - da quelle piccole che emergono da un pezzo di legno a quelle più imponenti, in cui il legno incontra il ferro. Lavoro da solo nel mio laboratorio, per dare vita al mio pensiero». Sono oggetti di design i mobili proposti da Eccentrika di Gabriele Alliod: a Challand-Saint-Anselme, nel suo laboratorio a cielo aperto, nascono forme insolite. «Ogni pezzo deriva da un’idea, da uno studio ed è realizzato in base a una tecnica precisa. - spiega Gabriele Alliod - La passione mi spinge a valorizzare le venature di una sezione di tronco, a creare ombre per il tavolino cubico, a piegare il legno in riccioli e volute». Anna Maria Baccolla, della Cooperativa Lou Dzeut, lavora la canapa di Champorcher con un piccolo telaio, su cui compone un delicato disegno di pieni e vuoti. «Servono nuovi soci. - evidenzia Anna Maria Baccolla - Il telaio suscita curiosità, speriamo attiri anche aspiranti artigiani che imparino a creare con la chanvre».