«Alla Cogne Acciai Speciali solo 11 positivi tra i 1.050 dipendenti»
La Cogne Acciai Speciali con una nota interviene «In merito ad alcune notizie sulla gestione dell’emergenza sanitaria all’interno dello stabilimento, per riportare azioni e avvenimenti in un contesto che si ritiene debba essere corretto, trasparente e rispettoso nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, dell’azienda e di tutta la popolazione valdostana». La società evidenzia che dallo scorso mese di ottobre a giovedì 6 maggio, nello stabilimento di Aosta, sono stati sottoposti a test antigenico 39 lavoratori che hanno manifestato sintomi durante l’orario di lavoro. Di questi sono risultati positivi al test 4 dipendenti, che sono stati quindi segnalati alle autorità sanitarie locali per il test molecolare di controllo. «Soltanto la conferma della positività - precisa l’azienda - è stata oggetto di comunicazione da parte del medico competente dell’Azienda alle autorità sanitarie locali, per l'inserimento dei dati sulla piattaforma regionale e per il seguito di competenza da parte dei medici di Sanità pubblica». La Cogne Acciai Speciali segnala che «Da inizio pandemia, vi è stato un unico episodio per il quale l’Azienda ha ritenuto opportuno attivare ulteriori misure preventive e contenitive, come peraltro stabilito dal protocollo sanitario Covid adottato dalla Cogne per far fronte all’emergenza, quando 6 lavoratori, appartenenti alla stessa area, sono risultati positivi ad un test molecolare. Test che non è però stato effettuato all’interno dello stabilimento, poiché i dipendenti hanno manifestato i sintomi al di fuori dell’orario di lavoro. In quel caso, come già avviene periodicamente da inizio emergenza e in maniera preventiva, sono stati sanificati, con una soluzione composta da 1.000 ppm di cloro (disinfettate indicato dalle circolari ministeriali e in uso in ambienti sanitari), le postazioni e i macchinari utilizzati dal personale».
Attualmente, conclude l’azienda, «Sono 11 i casi di positività tra i 1.050 dipendenti - pari all’1,05 per cento - e 21 coloro che sono in isolamento fiduciario».