All’asta i mobili dello storico Rifugio Pirovano di Cervinia Quotazioni record per una sedia, due sgabelli e un tavolo
Sono talmente rari che praticamente tutti - tranne qualche fortunato possessore - li avevano visti sui libri o nelle fotografie dell’epoca. Gli arredi concepiti da Franco Albini in occasione della progettazione iniziata nel 1946 e poi della realizzazione nel 1951 a Breuil Cervinia del famoso Albergo Rifugio Pirovano, che sarebbe diventato un simbolo dell’architettura alpina contemporanea, vennero dispersi quando il caratteristico fabbricato, con le sue inconfondibili colonne in pietra a richiamo della tradizione valdostana, perse la sua vocazione iniziale di rifugio per sciatori, venendo trasformato in appartamenti residenziali.
Commissionato da Giuseppe Pirovano, il rifugio vedeva al piano terra sul fronte strada i negozi, mentre il secondo piano ospitava le funzioni di reception e cucina, al terzo livello si trovavano le attività di ristorazione e di ricreazione dal quale si saliva alla zona notte, con 2 piani superiori di camere da letto, bagni in comune e un sottotetto, occupato da altre camere. Gli interni dell’ostello erano definiti rustici ma nonostante ciò Franco Albini disegnò tutto nei minimi particolari, compresi gli elementi di arredo - 2 camini in arenaria, gli armadi a muro, le scaffalature, i tavoli, le sedie e gli sgabelli ed i letti, realizzati in legno di abete, nella convinzione che la modernità non risiedesse in uno stile ma nell’esattezza dell’esecuzione. L’albergo poteva accogliere una quarantina di ospiti ed è rimasto un simbolo, tra i pochi immobili contemporanei valdostani a meritarsi - insieme alla Casa del sole del Breuil ed a Casa Garelli a Champoluc - un libro a lui dedicato.
A costruire gli arredi fu la ditta Poggi di Pavia, che iniziò nel 1951 la collaborazione con l’architetto Albini. Durante l’estate 4 pezzi (1 tavolo, 1 sedia e 2 sgabelli) provenienti dall’Albergo Pirovano di Cervinia sono stati esposti nella mostra “Il mondo di Poggi” ai Musei Civici di Pavia, conclusasi domenica 23 ottobre scorso, e successivamente affidati alla Casa d’Aste Il Ponte di Milano per essere posti in vendita. Ciò è avvenuto mercoledì scorso, 21 dicembre, non prima però che la Soprintendenza per le Belle arti della Città di Milano notificasse per i 4 pezzi l'avvio del procedimento di dichiarazione di interesse artistico e storico particolarmente importante. La bellissima sedia, con lo schienale ispirato alle “clavette” tipiche della tradizione, partita con una base molto interessante di 900 euro ha raggiunto quota 4.000, cioè 5.200 euro con i diritti, i 2 sgabelli da 1.500 sono andati a 7.800 euro e il tavolo addirittura è passato dai 4.000 euro della base d’asta ai 22.000 dell’aggiudicazione, 3 risultati eccezionali, sicuramente inattesi che però confermano l’interesse crescente del pubblico collezionistico nei riguardi del cosiddetto modernariato storico: sconosciuti al momento gli acquirenti, perciò conserviamo ancora una speranza che si tratti di valdostani e che questi mobili creati dal grande Franco Albini possano tornare in Valle d’Aosta.