Aldo Dublanc, addio al partigiano “Tigre”

Aldo Dublanc, addio al partigiano “Tigre”
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E’ stato un esempio: per il coraggio dimostrato durante la Resistenza e poi per l’impegno affinché il ricordo di quegli anni non si affievolisse con il tempo. Si è spento sabato scorso, 27 novembre, Aldo Dublanc, fin da ragazzo conosciuto da tutti come “Cicetta”, poi “Tigre” da partigiano, presidente onorario della sezione Anpi di Issogne e Zona nonché componente del Comitato regionale dell’Associazione Partigiani. I suoi funerali, per sua espressa volontà, sono stati celebrati martedì in forma civile in piazza XXV Aprile, a Verrès, lo stesso luogo in cui aveva partecipato a tante manifestazioni per la festa della Liberazione e dei Lavoratori.

Era nato il 15 giugno del 1925 a Issogne, figlio di Martino Dublanc e di Maria Perracca. Era solo un ragazzo quando prese la decisione che segnò la sua vita: renitente alla leva, dopo l’armistizio dell’8 settembre contribuì con altri ragazzi - tra i quali Martino Dublanc, i fratelli Vittorio e Mirco Borettaz, Attilio Cout, Aladino Cout e Mario Cout - a formare a Issogne uno dei primi nuclei della Resistenza in Valle d’Aosta, origine di quella che diventò poi la 176esima Brigata Garibaldi. Tra le principali azioni a cui partecipò vi fu l’occupazione di Verrès il 1° maggio 1944 e il durissimo scontro armato all’imbocco della valle del Lys nel marzo del 1945 contro le forze nazifasciste che costò la vita al suo compagno Mario Cout. «Ma Aldo non si era fermato lì: - scrive l’Anpi in una nota - aveva capito che quella conquista andava difesa, alimentata e rinnovata con la memoria e la testimonianza di ciò che era stato e dei compagni caduti. Lo ha fatto con la partecipazione attiva nell'Anpi fino a quando la salute glielo ha permesso ben oltre il compimento dei novant'anni. Sempre conscio dell'importanza di vigilare e contrastare i segnali subdoli ma spesso anche palesi della comparsa di neofascismi, ha dato il suo contributo da attivista Anpi con costanza e rispetto per le iniziative proposte, a partire da tutte le commemorazioni della Valle d'Aosta alle quali non è mai mancato».

Sposatosi il 15 dicembre del 1945 con Giovanna Borettaz di Issogne, staffetta partigiana con il soprannome “Norma”, e trasferitosi con lei a Verrès, dopo la guerra trovò impiego alla “Chimica” della Brambilla ma aiutò anche la moglie - mancata nel 2002 - nella gestione di una “cantina” in via Martorey, poi del tabacchino in centro e infine del negozio di frutta e verdura dove ora si trova l’edicola di fronte a piazza René de Challant. Buono, gentile e garbato, sempre disponibile e sorridente, aveva la passione per i palet, le bocce e la campagna, per il suo orto e i suoi meleti. La Banda ha accompagnato il suo ultimo viaggio sulle note dell’Inno dei lavoratori, di Montagnes Valdôtaines e di Bella Ciao. Lascia la figlia Liliana e i nipoti Chiara, Marzia ed Erik Bellotto - quest’ultimo con la moglie Federica Abbate - e l’affezionato pronipote Etienne.

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