Al secondo tentativo via libera a Renzo Testolin Le opposizioni furiose abbandonano il Consiglio

Al secondo tentativo via libera a Renzo Testolin Le opposizioni furiose abbandonano il Consiglio
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«Quando le cose arrivano con difficoltà sono ancora più apprezzate. Si lavorerà nel solco tracciato in questi due anni e mezzo. L'intenzione sarà quella di affrontare i problemi, trovare delle risposte con l'aiuto di tutto il Consiglio regionale, al di là delle querelle politiche». Sono le prime parole del neo eletto presidente della Regione Valle d'Aosta, Renzo Testolin. Gli agognati 19 voti sono arrivati nella tarda mattinata di giovedì scorso, 2 marzo. Al secondo tentativo dopo la brutta figura di venerdì scorso, 24 febbraio, quando nel Consiglio Valle appositamente convocato per mettere fine alla crisi la conta si era fermata a 17, 2 in meno della nuova alleanza autonomista progressista: Uv (7), Alliance Valdôtaine-Vallée d'Aoste Unie (4), Federalisti Progressisti-Partito Democratico (5), Pour l’Autonomie (2) e Stella Alpina (1). E 1 in meno anche solo per la maggioranza assoluta.

Giovedì i gruppi di opposizione (Lega VdA, Forza Italia, Progetto Civico Progressista e Claudio Restano) non hanno partecipato al voto. Voto segreto ma questa volta niente scheda con i 35 nomi e caselline da riempire. Ai consiglieri è stato consegnato un foglio sul quale scrivere nome e cognome del candidato presidente. Ciò che ha fatto infuriare le opposizioni, sicure che «dietro» a questa scelta vi fosse la volontà di controllare il voto e di contarsi.

Parte nel ‘95 da Aymavilles

Nato a Aosta il 28 marzo 1968, Renzo Testolin è residente ad Aymavilles. Diplomato in ragioneria, è consulente finanziario in un Istituto di credito. Inizia il suo impegno politico-amministrativo nel suo Comune di residenza nel 1995: dal 2000 al 2005 è assessore comunale alla Cultura e Politiche sociali, dal 2005 al 2010 è vice sindaco di Aymavilles. Alle elezioni del 2013 è eletto per la prima volta in Consiglio Valle nella lista dell’Union Valdôtaine: assume la carica prima di Assessore all'Agricoltura e quindi di Assessore al Bilancio. Conferma la sua elezione in Consiglio Valle nel 2018: nominato Assessore alle Finanze, Attività produttive e Artigianato, dal dicembre 2019 - dopo le dimissioni di Antonio Fosson dalla Presidenza della Regione - ne assume le funzioni, gestendo tutta la prima fase della pandemia. Dopo la chiusura anticipata della legislatura, si ripresenta alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre 2020: è stato rieletto con 1.393 voti, primo fra i consiglieri dell'Union Valdôtaine.

“Uno sgarbo alla gente”

Il nuovo Presidente ha ringraziato «chi mi ha voluto accordare la fiducia per governare fino alla fine della legislatura» e ha ribadito «unità e volontà nel lavorare seriamente per dare delle risposte ai valdostani». «Ci sono dei temi che bisogna affrontare insieme, al di là delle contrapposizioni politiche che fanno parte di questa sala», spiega. «Ci si accolla una grande responsabilità, anche alla luce del voto contrario della scorsa settimana, ma sarà di stimolo per lavorare seriamente e per dare risposte sostenibili, serie e compatibili con i bisogni della comunità».

Dopo la mancata elezione dello scorso venerdì, a causa di 2 franchi tiratori, il presidente Renzo Testolin è tornato in aula con lo stesso programma e con la stessa squadra di governo. «Quanto è successo nella scorsa seduta, al termine di un confronto in aula durato oltre 6 ore, - spiega - credo sia stato uno sgarbo non al sottoscritto o alla squadra che si era proposta per governare piuttosto che alla coalizione che si proponeva di sostenere un'azione per il rilancio amministrativo di questa Regione, ma uno sgarbo e un affronto alla politica, alle istituzioni e soprattutto una mancanza di rispetto e di attenzione verso la gente e verso i problemi che le persone stanno affrontando in questo difficile periodo. È dunque legittimo pensare che l'epilogo della scorsa seduta abbia deluso profondamente ogni valdostano al di là della propria visione politica e partitica».

Per Renzo Testolin «di fronte a queste situazioni, la politica, i movimenti e gli uomini che cercano di rappresentarli potrebbero abbandonare il campo e lasciare spazio, se ci fossero, a nuove proposte magari più complete, magari più solide magari più lungimiranti oppure possono scegliere di fare ammenda, chiedere scusa e rendersi disponibili per cercare di riparare quanto di poco edificante si è fatto in precedenza».

La nuova Giunta

Dopo l'elezione del Presidente, il Consiglio Valle ha nominato i componenti della 34esima Giunta regionale della Valle d’Aosta. L’elezione è avvenuta in un un’unica votazione. Il nuovo governo valdostano ha ottenuto 19 voti favorevoli, i gruppi di opposizione non hanno partecipato al voto. La Giunta è espressione di una maggioranza composta dai gruppi Union Valdôtaine, Federalisti Progressisti - Partito Democratico, Alliance Valdôtaine - VdA Unie, Pour l'Autonomie, Stella Alpina, ed è presieduta da Renzo Testolin e composta da Luigi Bertschy (Alliance Valdôtaine - VdA Unie), vice presidente della Regione e assessore allo Sviluppo economico, Formazione, Lavoro, Trasporti e Mobilità sostenibile); Marco Carrel (Pour l'Autonomie) assessore all’Agricoltura e Risorse naturali; Luciano Caveri (Alliance Valdôtaine - VdA Unie) assessore agli Affari europei, Innovazione, PNRR e Politiche nazionali per la Montagna; Jean-Pierre Guichardaz (Federalisti Progressisti - Partito Democratico) assessore ai Beni e alle Attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali; Giulio Grosjacques (Union Valdôtaine) assessore al Turismo, Sport e Commercio; Carlo Marzi (Stella Alpina) assessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali e Davide Sapinet (Union Valdôtaine) assessore alle Opere Pubbliche, Territorio e Ambiente).

“Pas de sens, pas de vote”

La Lega «a fronte della forzatura istituzionale di una maggioranza impegnata esclusivamente a cercare i franchi tiratori fra le sue fila, ha deciso di non partecipare al voto in aula» sul Presidente della Regione e della Giunta ed è uscita dall'aula. Gli 11 consiglieri del Carroccio, all'uscita del Consiglio, hanno mostrato dei cartelli con scritto «Pas de sens, pas de vote». Anche Forza Italia, il consigliere del gruppo misto Claudio Restano e il Progetto Civico Progressista non hanno partecipato al voto.

Per la Lega «nonostante la bocciatura rimediata durante il Consiglio di venerdì scorso, la maggioranza traballante dei 17 più 2 ha deciso di ripresentare la stessa identica proposta nel giro di pochi giorni. La domanda sorge spontanea: che cosa è cambiato nel frattempo? Per quale motivo un progetto già bocciato viene ripresentato identico a se stesso con la speranza di un diverso risultato?». «Anche la scelta della modalità di voto dimostra che i problemi all'interno della compagine dei 17 più 2 non sono assolutamente risolti, come tra l'altro testimoniato dalle stesse dichiarazioni di suoi esponenti sui quotidiani locali nei giorni scorsi» concludono i consiglieri del Carroccio.

Il capogruppo di Forza Italia, Pierluigi Marquis, durante il dibattito ha commentato: «Il Presidente in carica ha il coraggio di ripresentare la stessa proposta bocciata qualche giorno fa. Quale è il collante? Forse è la cadrega. Qual è il senso di responsabilità? Forse è quello per la propria famiglia, non di certo quella dei valdostani che auspicano un ritorno alle elezioni. Non è la politica che ha fatto trovare delle soluzioni ma solo la paura di andare a elezioni».

«Con 19 firme avete chiesto la convocazione del Consiglio straordinario, ha firmato anche il presidente Bertin che, dunque, ha chiesto a sé stesso la convocazione dell'Assemblea. Quando sulla razionalità predominano le angosce e la volontà di dimostrare una compattezza fittizia si diventa ridicoli e si dimenticano anche i doveri di un ruolo istituzionale» ha rilevato Chiara Minelli (PCP).

Protetti dallo Statuto

Per la maggioranza, Il Capogruppo di Alliance Valdôtaine - VdA Unie, Albert Chatrian, afferma: «Siamo convinti della scelta di campo autonomista e progressista sostenuta dai movimenti anche se in tutte le altre Regioni dell'arco alpino e del nord governa la destra. Chi teme l’assenza di relazioni con il governo centrale, ricordi invece che abbiamo uno strumento potente, il nostro Statuto Speciale che ci garantisce. Vogliamo andare avanti e riprendere il cammino assunto dai nostri movimenti. Ci siamo collocati in maniera chiara con la volontà di fare politica e ci siamo espressi con chiarezza, indicando una scelta di campo precisa e il progetto che prevede la ricomposizione dell'area autonomista».

Le commissioni

Nel primo pomeriggio si sono riunite al Palazzo regionale di Aosta le commissione consiliari permantenti del Consiglio Valle per eleggere presidente, vicepresidente e segretario di ognuna. La prima commissione Istituzioni e Autonomia sarà presieduta dall'ex presidente della Regione Erik Lavevaz (Union Valdôtaine) con vicepresidente Augusto Rollandin (Pour l'Autonomie) e segretario Aurelio Marguerettaz (Uv). La seconda Affari generali conferma come presidente Antonino Malacrinò (Federalisti progressisti-Partito democratico) con vicepresidente Aurelio Marguerettaz (Uv) e segretario Roberto Barmasse (Uv).

Albert Chatrian (Av-VdAu) è stato confermato presidente della terza commissione Assetto del territorio, con vicepresidente Corrado Jordan (Av-VdAu) e segretario Paolo Cretier (Fp-Pd). In quarta commissione Sviluppo economico è stato eletto presidente Roberto Rosaire (Uv) con vice Corrado Jordan (Av-VdAu) e segretario Andrea Padovani (Fp-Pd). Infine, la quinta commissione Servizi sociali sarà presieduta da Andrea Padovani (Fp-Pd) con vicepresidente Antonino Malacrinò (Fp-Pd) e segretario Albert Chatrian (Av-VdAu).

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