Al santuario di Maria Immacolata domenica 25 settembre si conclude la serie dei pellegrinaggi estivi diocesani
Padre Giampaolo Gugliotta, 54 anni, è nato a Capo d’Orlando in provincia di Messina. E’ entrato nella Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata nel 1990 ed è stato ordinato sacerdote il 9 ottobre 1999. Nel 2021 è arrivato nella parrocchia di Maria Immacolata ad Aosta, come viceparroco, dopo la partenza di padre Luigino Da Ros. Sul pellegrinaggio al santuario di Maria Immacolata che domani, domenica 25 settembre, concluderà la serie dei pellegrinaggi estivi diocesani 2022 abbiamo raccolto le sue impressioni.
Padre Giampaolo Gugliotta, per lei sarà la prima volta che partecipa a questo pellegrinaggio.
«Si, in effetti è la prima volta che partecipo a questo pellegrinaggio. L’anno scorso sono arrivato qui all’Immacolata a fine settembre ma la festa era già stata celebrata».
Il primo pellegrinaggio al santuario di Maria Immacolata si svolse nel 1987, dopo che la chiesa di Maria Immacolata l’anno precedente era stata elevata alla dignità di santuario diocesano. Lei in quell’anno cosa faceva?
«Nel 1987 ero studente del secondo anno alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Messina. Lontano dalla fede e da qualsiasi esperienza religiosa, stavo vivendo un passaggio delicato della mia vita. Ero, infatti, profondamente insoddisfatto nonostante fossi pienamente impegnato e apparentemente sereno. Per la festa patronale di Maria SS. di Capo d’Orlando, il 22 ottobre, in un impeto interiore, più per rabbia che per fede, chiesi alla Madonna di mettermi accanto le persone che potevano aiutarmi. L’anno dopo conobbi gli Oblati di Maria Immacolata.»
Prima della Messa presieduta dal Vescovo di Aosta alle 16 nel santuario, nella cappella dell’Istituto Don Bosco alle 15 si reciterà il rosario. Le suore salesiane, salvo un piccolo nucleo che ha traslocato nella parrocchia di Saint- Martin de Corléans formando una nuova comunità, dallo scorso luglio hanno lasciato l’Istituto don Bosco. Le religiose salesiane hanno dato tanto anche alla sua parrocchia.
«Rispondo a questa domanda facendo tesoro di quanto i miei confratelli mi hanno raccontato. Con le suore salesiane si è vissuto un rapporto cordiale e sereno. I padri hanno garantito sempre la Messa quotidiana, l’accompagnamento spirituale, oltre a vari appuntamenti legati alla scuola, mentre le suore hanno dato la loro disponibilità per il catechismo, la Corale, il portare la comunione agli ammalati. Insomma la comunione dei carismi nella distinzione dei ruoli».
La devozione alla Madre di Dio in Valle d’Aosta è molto sentita. Infatti, i tanti santuari e le cappelle dedicate alla Madonna ne sono la dimostrazione. E nelle litanie la Valle è l’unica regione italiana ad invocarla come Regina.
«Si, la Madonna qui in Valle è invocata come “Regina della Valle d’Aosta”. È Regina, quindi condottiera, Colei che sta davanti, che batte il passo. Oso pensare a Maria e alla devozione mariana in Valle come a una possibilità che è offerta al popolo valdostano, quella di maturare sempre più e sempre meglio alla scuola Vangelo vissuto e condiviso con chi ancora non lo conosce o lo ha perso di vista, perché Maria è questo. Vivere un pellegrinaggio o fare visita a una Cappella mariana, prima ancora di tutto il resto, significa fare una scelta chiara: a chi voglio appartenere? Di chi voglio essere? Quale posizione voglio assumere di fronte alla vita e agli uomini e alle donne che incontro nella vita?»