“Al Col de Joux nessun accanimento terapeutico Vogliamo valorizzare le infrastrutture esistenti”
Si riaccendono i riflettori sul Col de Joux e in particolare sulla località vista come destinazione sciistica per i prossimi anni. Un recente “report” di Lagambiente ha definito «accanimento terapeutico» quello che sta accadendo al Colle, con la decisione dell’Amministrazione guidata dal sindaco Francesco Favre di procedere alla revisione degli impianti di risalita, per una rivalutazione complessiva del sito.
L’associazione ambientalista, nell’ambito del rapporto “Neve Diversa 2022”, inserisce gli impianti di Saint-Vincent tra i 149 censiti in Italia che «sopravvivono con forti iniezioni di denaro pubblico, per lo più in piccole stazioni che rischiano solo di posticipare di qualche stagione un’inevitabile agonia». Un’accusa che ha fatto perdere le staffe al sindaco Francesco Favre a pochi giorni da un Consiglio comunale - in programma martedì prossimo, 29 marzo - in cui la minoranza tornerà nuovamente all’attacco proprio sul Col de Joux.
«L'Amministrazione comunale di Saint-Vincent ripropone, dopo 2 anni di stop, la revisione della seggiovia e dello skilift del comprensorio sciistico del Col du Joux. - si legge nel “report” dell’associazione ambientalista - Per farlo ha stanziato la somma di 655mila euro. Una decisione, quella dell’attuale Giunta, di segno opposto a quella decisa dalla precedente Amministrazione, che aveva deciso di spegnere lo sci nella stazione del Col de Joux, puntando invece sullo snowpark e altre attività di animazione per bambini e famiglie».
Respinge in modo netto queste affermazioni Francesco Favre. «Innanzitutto Legambiente inserisce erroneamente il nostro tra gli impianti dismessi e quindi già si parte da presupposti errati. - commenta il Sindaco - Legambiente ha compiuto, a nostro avviso, delle analisi parziali, perché la nostra intenzione è quella di mantenere in funzione un impianto già esistente e sicuramente meno inquinante di molti altri. Onestamente non capisco dove sia l’impatto ambientale, credo che lo sarebbe molto di più una struttura dismessa. Al contrario di quanto fatto da chi ha preceduto, noi vogliamo investire sulle nostre infrastrutture e riportare la gente a Saint-Vincent puntando sul turismo 365 giorni tutto l’anno».
Diversi i pareri delle 2 minoranze. «Siamo preoccupati per il piano di sostenibilità economica del Colle - afferma Carmen Jacquemet - ma la nostra la mozione non ha l’obiettivo di buttare quanto è stato fatto finora, per questo siamo pronti a discuterne. Siamo a favore del rilancio della località, ma fatto in modo serio, senza andare a gravare sule tasche dei cittadini. Tornare a 20 anni fa è puramente utopistico».
«La partenza degli impianti di risalita di Col de Joux dista dal centro di Saint-Vincent ben 16 chilometri, percorribili in 24 minuti di automobile, caso unico in Valle d’Aosta per distanza dal capoluogo. - si legge nella mozione del gruppo Iiriti -Jacquemet che sarà discussa martedì - Lo studio dell’Università della Valle d’Aosta, commissionato dal Comune nel 2020, ha valutato 4 scenari di spesa, distinti in base all'utilizzo degli impianti di risalita durante la stagione: le uscite nette per il funzionamento della stazione vanno da un minimo di 204mila a un massimo di 311mila euro l’anno, ai quali aggiungere eventualmente 25mila euro per le previsioni climatiche negative e, ultimo ma non ultimo, i rincari sull’energia di cui tanto si sta parlando giorni».
«E’ un investimento quello compiuto per la revisione della seggiovia che si ammortizza con 30mila euro l’anno per 20 anni, la metà di quanto preventivato dalla precedente Amministrazione. - replica il Sindaco - La nostra scelta è quella di garantire un futuro ai nostri figli. Se non sarà lo sci, saranno le bike»
«Il nostro gruppo è da sempre favorevole alla valorizzazione della stazione ma occorre ponderare bene l'impiego di risorse pubbliche, soprattutto alla luce di quello che il clima ci sta dicendo e dei rincari dei costi energetici che dureranno a lungo. - chiosa Maurizio Castiglioni - Pensare oggi di riproporre la pratica dello sci dopo un inverno privo di precipitazioni rischia di essere una scelta azzardata. Sarebbe più saggio temporeggiare per il momento sullo sci e pensare a proposte alternative, anche perché oltre ai costi per la revisione graveranno quelli per la gestione ordinaria della stazione».