Al cimitero di Aosta l’ultimo abbraccio tra lacrime e ricordi a Elisa Chamen
Oltre cento persone, al cimitero di Aosta, nel pomeriggio di mercoledì scorso, 15 dicembre, hanno salutato per l'ultima volta Elisa Chamen, l’assistente di volo aostana che abitava ad Ajaccio, in Corsica, positiva al Covid-19 e deceduta a Torino l venerdì 10 dicembre, dopo aver sviluppato una miocardite e una polmonite che le sono risultate fatali.
In tanti hanno abbracciato e consolato i parenti della donna, tra cui la madre Ivonne Chentre - che lo scorso 8 settembre fa aveva dovuto affrontare il lutto della scomparsa della mamma Lidia Petitjacques, mancata all’età di 88 anni -, la sorella Sabina ed il marito Sébastien Saint-Hilaire, che su Facebook, dopo il decesso, aveva pubblicamente salutato la moglie con una foto di lei e il figlio Bertrand sulle piste da sci: «Mi mancherai mia piccola donna - aveva scritto - buon viaggio... Ti amo». Il padre, Renzo Chamen, distrutto dal dolore, non è riuscito ad essere presente.
«Il Signore l'ha chiamata a sé troppo presto» ha detto don Ivano Reboulaz che ha impartito la benedizione prima della cremazione. «Dobbiamo chiederci cosa faranno i tuoi familiari, che cosa faremo noi senza di te» ha aggiunto, introducendo la lettura del Salmo 87, che si conclude con «Sono infelice e morente dall'infanzia, sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori, mi sono compagne solo le tenebre».
«Elisa e i suoi familiari si preparavano a celebrare il Natale - ha rammentato don Ivano Reboulaz - ma per molti sarà un Natale triste. Natale è la festa della famiglia e dobbiamo pregare per Elisa perché trovi una grande famiglia nel Paradiso, ma vogliamo pregare anche per tutti i suoi familiari, per tutti coloro che soffrono, per i quali sarà un ben triste Natale».
«Voglio condividere con voi un piccolo ricordo personale. - ha proseguito il sacerdote, senza riuscire più a trattenere le lacrime - Io rivedo Elisa, insieme a sua sorella Sabina, le tante volte in cui mi avete servito Messa nella chiesa di Porossan. Allora io penso che anche lei continuerà a servire nel Paradiso tra gli angeli ed i santi. Che tu carissima Elisa, possa vedere il Signore nella sua casa di luce e di pace. Noi sappiamo che il Natale che non è solo luce, ma è anche dolore, il dolore dei bambini, il dolore del distacco».
«Il tuo sorriso sarà sempre con noi» si leggeva sulla scritta nel mazzo di rose rosse che hanno portato i colleghi di Blue Panorama, la compagnia aerea per la quale lavorava Elisa Chamen, e che aveva fermato l'attività lo scorso giovedì 28 ottobre, in seguito alla crisi provocata dalla pandemia, dopo aver chiesto la procedura di concordato con riserva in attesa dei ristori nazionali.
Proprio lo stop ai voli aveva riportato ad Aosta la donna, il marito Sébastien Saint-Hilaire, pilota d'aereo che lavorava per la stessa compagnia della moglie e attualmente è dipendente di Air Corsica, insieme a loro figlio Bertrand di 2 anni, oltre a Roxanne, la figlia di lui, nata da una precedente relazione. Ma domenica 28 novembre Elisa Chamen, che non era vaccinata e non aveva patologie pregresse, dopo aver accusato tre sincopi cardiache, tali da richiedere l'intervento degli operatori del Pronto Soccorso di Aosta, era stata ricoverata all’Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta in gravi condizioni, per poi essere trasferita al “San Giovanni Bosco” di Torino, dove è spirata lo venerdì 10 novembre, dopo 13 giorni di agonia.