Al Centro Etnologico Canavesano un atelier di ghironda con Jean François Heintzen
Si è tenuto lo scorso weekend a Baio Dora, nei locali del Centro Etnologico Canavesano, un partecipato atelier - rinviato lo scorso anno a causa dell’emergenza sanitaria - dedicato alla scoperta dei segreti e delle tecniche riguardanti l’utilizzo della ghironda, lo strumento musicale a corde d’origine medievale diffusosi dalle regioni del Bourbonnais e utilizzato dai mendicanti e i menestrelli (“Vielleur”) nelle corti francesi, caratterizzato da corde parallele che devono essere strofinate da un disco a nastro sulla cassa armonica. Ospite d’eccezione del sodalizio creato da Amerigo Vigliermo, fondatore del Coro Bajolese, era il “maitre sonneur” Jean François “Maxou” Heintzen, esperto in ritmica, scomposizione musicale e “puissance”, che ha intrattenuto una decina di suonatori corsisti provenienti da diverse parti del Nord Italia: Chiara Negro, Alessandro Rabino, Silvia Bonjean, Alberto Salucci, Rinaldo Doro, Gabriele Gunella, Luciano Conforti, Paola Zamboni, Maria Teresa Beltrando e Francesco Cavallero.
Jean François Heintzen ha inframmezzato alle esecuzioni musicali, con la sua spiccata verve, aneddoti e storielle divertenti con protagonista lo storico strumento, che ne faceva da contrappunto musicale. Presenti fra il pubblico numerosi appassionati giunti da Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Veneto, a dimostrazione di come la “grande famiglia” del folk sia composta da persone solidali che hanno piacere di partecipare a una forma d’incontro conviviale che pareva scomparsa ai nostri giorni. Il Centro Etnologico, per merito dei componenti del Coro Bajolese, è stato poi pronto ad accogliere con cibi e bevande tipiche del territorio le persone intervenute. Non sono mancate inoltre le presentazioni dei progetti futuri: l’atelier verrà ripetuto a cadenze regolari, una volta l’anno, mentre è già in atto la creazione di una vera e propria Orchestra di Ghironde, sullo stile dei “Ménétrier” francesi, e l’attivazione di collegamenti internazionali con il “Progetto KA-2”, iniziative che saranno pubblicizzate tramite i profili social del Centro Etnologico Canavesano.