Aido: nessun risultato dal commissariamento

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C’è uno spiraglio di luce nell’assurda vicenda del commissariamento dell’Aido della Valle d’Aosta. Su indicazione del commissario Daniele Damele, i componenti del direttivo commissariato - guidato dalla presidente Paola Borgnino - hanno infatti scritto una lettera a Aido nazionale per chiedere il reintegro nell’associazione in qualità di soci. Un passo che potrebbe - questa è la speranza - riaprire un confronto costruttivo e auspicabilmente un ritorno in attività della sezione regionale. La novità è scaturita dall’ennesima riunione convocata dal commissario dell’Aido - il quarto a ricoprire questo ruolo dal commissariamento avvenuto nel mese di dicembre del 2020 - per costituire le sezioni comunali, come da indicazione della sede nazionale. Un tentativo che, per l’ennesima volta, è fallito. «La riunione si è tenuta sabato 29 aprile e abbiamo deciso di presentarci per capire quali fossero le loro intenzioni, dopo che una serie di incontri precedenti erano andati deserti ed era così emersa con evidenza l’impossibilità di creare i gruppi comunali considerata la peculiarità del territorio valdostano e la presenza di associati e di potenziali donatori iscritti all’Aido in tutti i 74 comuni della Valle. . - spiega l’ex presidente Paola Borgnino - Il commissario Daniele Damele e il vice commissario Vito Scarola ci hanno proposto di scrivere una lettera ad Aido nazionale per chiedere il reintegro nell’associazione e così abbiamo fatto. Ora vedremo cosa accadrà».

Il motivo del commissariamento era l’assenza, lamentata dalla sede nazionale, di gruppi provinciali e comunali sul territorio regionale, come previsto dallo Statuto. Una decisione contestata dall’allora direttivo valdostano, che ha sempre provato a spiegare come l’assenza di gruppi comunali o provinciali, mai esistiti in Valle d’Aosta, fosse legata alle piccole dimensioni del nostro territorio. Da allora si sono succeduti 4 commissari che hanno cercato, senza riuscirci, di dare vita ai gruppi comunali. Fino all’attuale svolta. In questi anni la vicenda ha assunto tinte grottesche, in particolare quando nel 2022 i soci storici - tra cui il presidente del Csv Claudio Latino - hanno ricevuto le lettere di espulsione. «Il nostro obiettivo è che le cose tornino come erano prima del commissariamento. - conclude Paola Borgnino - Si sono resi conto che l’operazione fatta nei nostri confronti era sbagliata perché creare i gruppi comunali è semplicemente impossibile. L’eventuale reintegro restituirà dignità a chi ha subito l’espulsione ma non cancella ciò che è stato fatto non tanto a noi, quanto alla Valle d’Aosta e alla cittadinanza, che è stata privata di un’associazione che affrontava più volte l’anno la tematica della donazione, con una particolare attenzione rivolta ai giovani».

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