Agriturismo, dopo la mazzata adesso si spera nella Pasqua
Non solo i grandi alberghi, anche gli agriturismo hanno pagato a caro prezzo gli effetti della grave pandemia in atto. Pure per loro il 2020 è stato devastante dal punto di vista dei fatturati mettendo in crisi l'intero settore.
«Nei mesi di luglio, agosto e settembre abbiamo lavorato abbastanza bene - spiega David Crest, titolare dell'Agriturismo La Viggni de Crest di località Beauregard ad Aosta e portavoce del Gruppo Agriturismo in seno all'Adava – poi siamo ritornati in una zona buia come nel primo lockdown. Dal 1° novembre in poi l'ottanta per cento degli agriturismi è a corrispettivi zero e questo a seguito del blocco degli spostamenti tra regioni per cui chi aveva prenotato ha dovuto disdire. Hanno lavorato un po' quelle strutture che facendo la mezza pensione avevano potuto contare a mezzogiorno sugli operai e rappresentanti che salivano in Valle per lavoro mentre chi come noi faceva solo pernottamento e prima colazione il lavoro si è azzerato. E' venuta a mancare la componente turistica e speriamo che al più presto ci si possa nuovamente muoversi tra regioni». «Un altro duro colpo è stata l'annullamento della Fiera di Sant'orso così come sono saltati i mercatini di Natale tenendo presente che quello di Aosta è ormai conosciuto in tutta Italia tanto che normalmente arrivano pullman anche da Roma e Napoli. Tutto è andato perduto. Avevamo tutte le camere prenotate da ottobre, che poi ovviamente non sono state confermate con il conseguente grave danno economico». Queste situazioni negative hanno avuto dei riflessi importanti dal punto di vista delle entrate. «La perdita di fatturato del 2020 rispetto al 2019 per il nostro settore supera abbondantemente il 50 per cento e questa situazione riguarda tutte le 60 strutture presenti in Valle d'Aosta. Per quello che riguarda le previsioni per il 2021 possiamo dire di avere qualche prenotazione per luglio e agosto mentre mancano tutto il mese di febbraio e di marzo visto che non ci sono gli sciatori stranieri, a partire da Interski che qualcosa portava anche a noi. Abbiamo qualche camera prenotata per Pasqua, poca roba» specifica David Crest.
«Dal punto di vista occupazionale bisogna evidenziare come la gran parte degli agriturismi è a conduzione familiare e quindi i dipendenti non sono numerosi. - riferisce ancora il delegato Adava - Per quello che riguarda i ristori statali, questi facevano riferimento al fatturato del mese di aprile 2019 e qualcosa è arrivato ma sicuramente non sufficienti per recuperare le perdite. Da novembre in poi non abbiamo poi più visto nulla e non sappiamo ancora niente nella speranza che si ricordino di noi. La voglia è quella di riuscire a ripartire per Pasqua almeno con gli italiani visto che per quanto riguarda il turismo straniero al momento non se ne parla ma tutto dipenderà da come evolverà la situazione pandemica» conclude David Crest.