Affitti brevi turistici, dal Ministero norme diverse da quelle “all’acqua di rose” della Valle d’Aosta

Affitti brevi turistici, dal Ministero norme diverse da quelle “all’acqua di rose” della Valle d’Aosta
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Dopo la battaglia in Consiglio Valle, che ha visto la maggioranza dell’assessore al Turismo Giulio Grosjacques approvare senza esitazioni la nuova legge regionale per regolamentare gli affitti brevi, è ora lo Stato italiano ad intervenire con una proposta normativa sicuramente ben più restrittiva di quella valdostana. D’altronde la Valle d’Aosta è stata l’ultima regione italiana a legiferare, malgrado il paradosso di essere una regione a vocazione turistica, ed era abbastanza prevedibile che il nuovo Governo Meloni avrebbe dato ascolto alla levata di scudi delle amministrazioni delle grandi città - come Venezia, Firenze e Roma - contro il proliferare di un sistema senza controllo nell’accoglienza turistica, in particolare da quando il circuito Airbnb ha preso sempre più piede in Italia.

In Valle d’Aosta sono state introdotte delle regole (in primo luogo la comunicazione di inizio dell’attività e la verifica dei requisiti abitativi, visto che in alcuni casi sono stati individuati locali privati che accoglievano turisti non agibili) molto ragionevoli, anche se in Consiglio regionale alcuni rappresentanti della comunità valdostana hanno scatenato polemiche assurde, dimostrandosi più interessati alle convenienze personali o famigliari piuttosto che al bene generale di chi rappresentano.

Ora - mentre è in corso di esame il regolamento regionale per introdurre nuovi parametri per la tassa di soggiorno (vedi articolo nella pagina) - si attende il mese di novembre quando la nuova legge regionale potrà essere applicata alla vigilia della stagione invernale. L’Assessorato del Turismo si è affidato alla partecipata Inva per la predisposizione dei programmi informatici che verranno forniti a tutti coloro che offriranno in Valle d’Aosta un’accoglienza turistica nelle case private.

La bozza di decreto-legge proposto dal Ministero del Turismo però prevede al momento delle imposizioni ben diverse da quelle “all’acqua di rose” introdotte in Valle d’Aosta e molto criticate in particolare dalla comunità Airbnb, attraverso le parole dell’aostano Claudio Pica, che come è stato sottolineato spesso non si sa bene chi e cosa rappresenti, malgrado si sia ufficialmente vantato di avere bloccato per ben 3 volte il disegno di legge regionale.

La proposta legislativa del Governo italiano interesserà 14 grandi città (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio di Calabria, Roma, Torino e Venezia) e di particolare impatto sarà il requisito dei soggiorni minimi, lo Stato ne propone 2, ma Federalberghi ha rilanciato inutilmente a 3. Questo aspetto - ed è notizia di ieri, venerdì 22 - non si applicherà al momento alla Valle d’Aosta e alle regioni turistiche ma esclusivamente alle 14 aree metropolitane interessate.

Varrà invece la disposizione che il titolare di un’attività extralberghiera potrà avere al massimo 2 proprietà poste in locazione breve e la tassazione introdotta sarà quella della cedolare secca. Tali proprietà dovranno essere sottoposte alle stesse disposizioni antincendio, igienico-sanitarie e di sicurezza degli impianti che già vincolano gli alberghi e che però saranno un problema per certi immobili e in particolare per quelli che si trovano nei condomini, dove la questione ricadrà su tutti i proprietari.

Come nella nuova normativa regionale anche lo Stato vuole introdurre un codice identificativo. Quindi la disposizione voluta dalla Valle d’Aosta sarà superata dal Cin, il Codice identificativo nazionale, assegnato dal Ministero del Turismo a tutte le case ad affitto turistico con lo scopo di garantire la concorrenza ed appianare le irregolarità. Una volta censite tutte le strutture di accoglienza private dovranno dichiarare il numero di posti letto ed esporre il contrassegno del Cin all’ingresso dell’immobile che le ospita.

Rispetto a quanto previsto dalla Regione Valle d’Aosta, le multe dello Stato saranno molto più alte: per chi opererà senza il Cin sanzioni da 800 a 8mila euro, per chi violerà in qualche modo le disposizioni di legge multa da 500 a 5mila euro.

A discutere dei contenuti del disegno di legge statale è stata quale interlocutore istituzionale Federalberghi, ma il suo presidente Bernabò Bocca, dopo anni di richieste disattese e di polemiche, avrebbero voluto di più. "Sul contenuto riconosciamo che sono stati fatti dei passi avanti come il Codice identificativo ma per noi la norma giusta è quella fatta da New York.” dice Bernabò Bocca.

Gli affitti brevi proposti dai proprietari privati erano praticamente sconosciuti fino a 10 anni fa. In Valle d’Aosta l’abitudine era quella di affittare a stagione, poi a mese e, seguendo il modificarsi repentino delle esigenze della clientela, si è passati alle settimane e quindi alle singole notti. Ora il proliferare di offerta di alloggi turistici nella nostra regione e in particolare ad Aosta ha drasticamente diminuito sul mercato la presenza di appartamenti da destinare ai nuclei famigliari, alle giovani coppie, agli studenti ed a coloro che si trovano in Valle per motivi di lavoro. “A New York dove il problema è lo stesso anche se logicamente su più larga scala, visto che sono circa 40mila le proprietà private in affitto sulle piattaforme, - spiega Bernabò Bocca - l’amministrazione cittadina ha introdotto da alcuni giorni una norma che riteniamo la migliore da applicare pure in Italia. È possibile affittare solo se il proprietario vive nello stesso appartamento: tu a casa tua, dove abiti, puoi fare quello che vuoi ma se lo fai in un altro appartamento è un investimento, un'attività commerciale a tutti gli effetti. Inoltre a New York gli ospiti possono essere al massimo 2, a prescindere dalla dimensione della casa. Anche in questo caso l’intenzione è di preservare la disponibilità di affitti residenziali oltre a eliminare gli affitti illegali, privi di norme di sicurezza e di tassazione. E’ bene ricordare che ormai a Roma sono 25mila gli alloggi privati a disposizione per gli affitti brevi e quasi 20mila a Milano, città che hanno meno della metà degli abitanti di New York.”

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