Affitti brevi, sulla nuova legge scoppia la polemica tra associazione albergatori e piccoli proprietari

Affitti brevi, sulla nuova legge scoppia la polemica tra associazione albergatori e piccoli proprietari
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«Assoluta contrarietà ad un aumento della pressione fiscale derivante dall'introduzione dell'imposta di soggiorno per le locazioni turistiche e all'introduzione di incombenze burocratiche per quei piccoli proprietari che solo saltuariamente concedono i loro immobili per finalità turistiche in forma non imprenditoriale». È la posizione dell'Uppi, l'Unione dei piccoli proprietari immobiliari della Valle d'Aosta, in merito al disegno di legge sulle locazioni per finalità turistiche, su cui sta lavorando l'assessorato al Turismo.

«L'assemblea dei soci, - ricordano il presidente dell'Uppi, Jean-Claude Mochet, e il segretario, Adolfo Dujany -, aveva già respinto integralmente la proposta di legge e, dopo aver fornito alcune osservazioni al disegno di legge, non aveva avuto più interlocuzioni con gli uffici regionali». Per questo, l'Uppi si augura «che il legislatore regionale abbia recepito le osservazioni fornite e che, in particolare abbia deciso di tracciare una linea netta tra le locazioni brevi - sotto i 30 giorni -, svolte in forma imprenditoriale, e le locazioni turistiche - oltre i 30 giorni - , svolte in forma non imprenditoriale». Per Mochet e Dujany, «meno ancora convince l'addotta motivazione del controllo del reale dimensionamento del flusso turistico quale spinta all'introduzione della legge regionale, poiché è noto che i contratti di locazione turistica superiori ai trenta giorni vadano obbligatoriamente registrati presso l'Agenzia delle Entrate, mentre le locazioni brevi inferiori ai trenta giorni prevedono l'obbligo, da parte del locatore, di denunciare in Questura l'identità del soggetto che occupa l'alloggio, basterebbe, pertanto, accedere a tali archivi per essere dovutamente al corrente della presenza turistica».

Una posizione «esclusivamente opportunistica, strumentale e finalizzata a continuare ad operare in un mercato senza alcuna regola e controllo». A dirlo, rispondendo alle critiche sollevate dall'Uppi della Valle d'Aosta, l'Unione dei piccoli proprietari immobiliari, nei confronti del disegno di legge regionale sulle locazioni brevi- è Filippo Gérard, presidente dell'Adava. Che aggiunge: «Non mi stancherò mai di sottolineare come la nostra categoria non sia contraria, ma assolutamente favorevole a qualsiasi forma di ospitalità - comprese le locazioni turistiche brevi da parte di soggetti privati -, a condizione che questa venga svolta alla luce del sole e con poche, ma chiare regole, a tutela di tutti, in primis dei consumatori e ospiti della nostra regione».

Per questo, secondo Filippo Gérard, quello sulle locazioni turistiche brevi è un progetto di legge non più rimandabile. E spiega: «Nel panorama nazionale la Valle d'Aosta è praticamente tra le ultime regioni a vocazione turistica a non aver ancora approvato una norma che disciplini l'attività delle locazioni turistiche brevi». Oltre «ad una questione di sicurezza e di concorrenza leale - aggiunge -, il fatto che questo tipo di attività non sia soggetta alla dichiarazione delle presenze turistiche ai fini Istat, all'imposta di soggiorno - i cui benefici ricadono su tutti i turisti e non solo su quelli che pernottano nelle strutture ufficiali - ha creato e sta continuando a creare un grave danno economico all'intera comunità valdostana».

Riguardo all'imposta di soggiorno - additata dall'Uppi della Valle d'Aosta perché genererebbe un aumento della pressione fiscale per le locazioni turistiche - «ricordo che tale imposta non è a carico dei titolari degli appartamenti - precisa il Presidente Adava -, ma dei soli turisti che vi alloggiano e che riceveranno in cambio maggiori servizi durante il proprio soggiorno. Le risorse raccolte vengono appunto destinate per legge ad iniziative e servizi rivolti al turismo».

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