Affitti brevi, la Regione va avanti nonostante Roma «La legge impugnata entrerà in vigore a novembre»

Affitti brevi, la Regione va avanti nonostante Roma «La legge impugnata entrerà in vigore a novembre»
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La Regione va avanti, parole dell’assessore al Turismo Giulio Grosjacques e con lei va avanti pure la nuova legge sugli affitti brevi.

Mercoledì scorso, 27 settembre, in occasione del direttivo dell’Adava, l’associazione che riunisce gli operatori valdostani dell’accoglienza, l’assessore Grosjacques è stato molto chiaro rispondendo alle domande dei delegati, dopo l’annuncio che il Consiglio dei ministri di lunedì 25, su proposta del titolari degli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, ha impugnato la normativa approvata mercoledì 12 luglio dal Consiglio Valle.

“La nuova legge regionale sugli affitti brevi - ha detto Giulio Grosjacques - entrerà in vigore come previsto mercoledì 1° novembre prossimo. D’altronde la questione sollevata dal Governo italiano è un tecnicismo che di fatto non modifica in nulla l’impianto fondante della norma che abbiamo voluto per regolare il settore in Valle .”

A livello italiano sono 19 le leggi regionali (manca solo la Calabria) e 2 quelle provinciali, Bolzano nel 1997, Trento nel 2002, con la Valle d’Aosta praticamente penultima a normare. Mai nessuna di queste leggi è stata impugnata dallo Stato ma esiste sempre una prima volta ed è toccato stranamente alla Valle d’Aosta, sull’onda delle recenti prese di posizione leghiste sulla tutela della proprietà privata, “sparate” del ministro Matteo Salvini che poco c’entrano con la questione degli affitti brevi, con gli obblighi derivanti dalla leggi di polizia del settore e dalle normative statali che regolano il commercio e l’accoglienza.

In ogni caso rispetto al testo valdostano, Roma punta il dito contro la parte che regola gli adempimenti amministrativi, in particolare dove viene fissata in 180 giorni la durata complessiva massima annua dei periodi per i quali è consentita la locazione turistica di camere arredate che si trovino «in una prima casa».

La Regione, malgrado alcune polemiche fuori luogo e fuori tema, non ha battuto ciglio e ha confermato che la nuova legge regionale entrerà in vigore così come è. Anzi ha deciso di resistere nel giudizio per dimostrare le sue buone ragioni ed è pronta quindi al confronto, un confronto che comunque riguarda una parte così marginale della norma da non creare alcun tipo di problema per la prima applicazione della legge regionale sugli affitti brevi.

Ricordiamo che il testo normativo, composto di 13 articoli, definisce gli alloggi a uso turistico (camere ubicate in prima case e camere o unità abitative qualificate come seconde case), il locatore per finalità turistiche, il codice identificativo regionale (Cir) rilasciato dal Comune per ogni alloggio a uso turistico, gli adempimenti amministrativi ed i servizi erogabili negli alloggi a uso turistico, l'imposta di soggiorno (parificandoli alle strutture turistico-ricettive), la promozione da parte dell'Office régional du tourisme, i controlli e le sanzioni. Il disegno di legge era stato approvato con 19 voti a favore (Uv, Alliance Valdotaine, Pd, Stella Alpina e Pour l’autonomie), 13 contrari (Lega Vda, Forza Italia e Claudio Restano) e due astensioni (Pcp).

Le motivazione della Regione

«Il fenomeno della locazione turistica, cresciuto in maniera esponenziale in tutto il mondo, - dicono il presidente della Regione Renzo Testolin e l'assessore regionale al Turismo Giulio Grosjacques - è connotato da estrema complessità e delicatezza e tutte le amministrazioni pubbliche stanno cercando di regolamentarlo con non poche difficoltà. In questo contesto, il fatto che la nostra legge regionale sia oggetto di impugnazione esclusivamente per un aspetto così marginale è indice della bontà complessiva dell'intervento normativo regionale».

«Riteniamo - proseguono Renzo Testolin e Giulio Grosjacques - che la limitazione dei 180 giorni all'anno per la locazione turistica nella "prima casa" sia il parametro oggettivo che consente di salvaguardare il principio urbanistico del nostro ordinamento secondo cui l'uso prevalente di un'unità abitativa non configura il suo mutamento di destinazione, che comporterebbe un abuso edilizio, con tutte le conseguenze del caso, ricordando che le "prime case", proprio perché destinate alla residenza principale, beneficiano di agevolazioni fiscali e finanziarie significative».

«Per queste ragioni, - precisano Renzo Testolin e Giulio Grosjacques - in attesa della notifica del ricorso, anticipiamo l'intenzione di costituirci nel giudizio di fronte alla Corte costituzionale. La legge regionale 11 del 2023, pertanto, entrerà comunque in vigore dal 1° novembre, come previsto, e sarà applicata nella sua interezza in quanto il ricorso del governo italiano non ha alcun un effetto sospensivo sulla disposizione impugnata».

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