Affettuoso saluto a don Lorenzo Sacchi
I doni sono stati un pallone e una stola di color verde, per il tempo Ordinario: don Lorenzo Sacchi ha ricevuto il saluto da parte della comunità della Cattedrale domenica scorsa, 19 settembre, durante la Giornata di inizio anno pastorale. Il suo incarico di vicario parrocchiale e maestro delle celebrazioni episcopali è concluso, mentre da domenica 9 ottobre inizierà il suo nuovo ruolo di parroco nella parrocchia di Saint-Vincent, con la Messa delle 18, ed Emarèse, con la Messa delle 15. A Saint-Vincent subentra a don Pietro Panceri, che ha presentato le sue dimissioni. Il pallone simboleggia i tanti giochi proposti nell'Oratorio San Filippo, perché. «Bisogna essere pronti a giocare. - ha ricordato don Lorenzo Sacchi nell'omelia - I ragazzi che si sono messi a disposizione per l'animazione devono poter passare dall'ala dell'oratorio alla navata della chiesa ed essere aiutati dalla comunità entrare a far parte di tutta l'assemblea». La missione, iniziata da don Lorenzo nell'Oratorio del Centro di Aosta, proseguirà ad Emarèse ed a Saint-Vincent, mentre torna in servizio nell'unità pastorale, costituita da Cattedrale e Santo Stefano, il diacono Sami Sowes salutato 6 anni fa: ora al suo incarico di cappellano dell'ospedale si aggiunge la collaborazione in parrocchia. Sarà collaboratore pastorale e maestro delle celebrazioni del Vescovo, quindi si occuperà in particolare dei giovani, cioè dei gruppi delle superiori e dell'oratorio, e della preparazione dei ministranti, ovvero i "chierichetti". Un altro cambiamento, ad Aosta, riguarda la parrocchia di Saint-Martin-de-Corléans (vedi articolo a pagina 21), dove il parroco di origini polacche don Gregorio Mrowczynski si trasferisce a Courmayeur (oggi, sabato 25 settembre, alle 18.30, la Messa) e, nella Messa delle 18.30 di domani, domenica 26 settembre, si accoglie il ritorno di don Nicola Corigliano, che è già stato a Saint-Martin come vice parroco dal 2006 al 2016. «Credo soprattutto, dopo questo periodo di Covid, che si debba riportare fiducia nella vita, nelle persone, negli incontri - commenta don Corigliano - e tentare di vivere quello che Papa Francesco indica, una chiesa in uscita, vicina alle persone. Da quest'anno saremo senza le Suore della Sacra Famiglia, una risorsa inestimabile. Faremo in modo che laici e sacerdoti facciano questo servizio di prossimità. Bisogna investire molto nella comunità, preti e suore vanno e vengono, la comunità resta».