Addio al vincolo sportivo, pareri contrastanti tra le società valdostane

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Nel Testo Unico per la riforma dello sport presentata dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora è stato inserito un punto molto controverso e al centro della discussione tra le società calcistiche dilettantistiche. Riguarda il vincolo sportivo che verrebbe, secondo il progetto, progressivamente cancellato anche per i dilettanti. Quindi niente più tesseramenti pluriennale, sostituiti da accordi annuali. Allo stato attuale un giocatore, al compimento del 16esimo anno di età, è costretto ad assumere con la società un legame fino al suo 25esimo anno di età con la possibilità però di accordarsi con la stessa per lo svincolo annuale, pratica questa però molte volte taciuta ai giovani.

Sul progetto di abolizione del vincolo sportivo anche in Valle d'Aosta si è aperta la discussione. “Personalmente sono a favore dell'abolizione del vincolo - sostiene Fabio Cerise, presidente del Fenusma - perché da noi i giocatori che vogliono venire vengono e chi vuole andarsene lo può fare senza problemi. Questo tema era già stato toccato anni fa nel corso di una riunione tra le società e gli unici che avevano votato a favore dell'abolizione del vincolo eravamo stati noi del Fenusma e l’allora presidente del Monte Cervino, Luca Bertuletti. Per quello che riguarda il settore giovanile, anche se un giovane cresciuto da noi è poi approdato in una società diversa noi non abbiamo mai chiesto il premio di preparazione”. Di parere opposto il direttore sportivo dell'Aygreville, Simone Zoppo: “Sicuramente questa abolizione del vincolo non avvantaggia le società come la nostra perché nella programmazione ovviamente contiamo sui nostri tesserati. Se vogliamo investire su un ragazzo dobbiamo avere un minimo di tutela. L’Aygreville punta molto sui giocatori che escono dal nostro settore giovanile, giocatori che negli anni valorizziamo e che dal lato sportivo diventano importanti. Per coloro che invece non rientrano nei piani della prima squadra abbiamo sempre trovato una sistemazione dialogando tranquillamente con le altre società privilegiando l'aspetto tecnico, e quindi eventuali scambi di giocatori, piuttosto che quello economico”.

Sulla stessa linea anche il presidente del Saint-Vincent/Châtillon, Monica Pisoni: “Non è una cosa positiva seconda me perché non tutela le realtà che crescono i giovani. La nostra politica riguardante in questo senso è semplice: quando raggiungono l'età giusta li vincoliamo sino ai 25 anni, però se vogliono andare via non li tratteniamo. Dall'altra parte la società che li vuole acquisire deve pagare il premio di preparazione, salvo diversi accordi, che è un giusto riconoscimento a chi li ha cresciuti e sui quali ha investito negli anni. Con alcune società come l'Aygreville collaboriamo veramente bene tant'è che continuamente ci scambiamo dei giocatori mentre invece altre preferiscono telefonare direttamente ai genitori dei ragazzi per convincerli a cambiare casacca: se succede così è giusto che paghino il premio di preparazione”.

“Credo che il premio a chi cresce i ragazzi dovrebbe rimanere - dice Giulio De Ceglie, presidente del Centro Giovani Aosta - ma più in generale la norma del vincolo sportivo ritengo che sia una salvaguardia del lavoro delle società e la ritengo utile”.

“La questione del vincolo tocca maggiormente le società del Piemonte - commenta Cristiano Florio, presidente del Grand Paradis - e in particolare quelle di Torino dove effettivamente vi sono più opportunità e quindi c'è più movimento di giocatori da una società all'altra. Per quanto ci riguarda, relativamente alla prima squadra, siamo sempre riusciti a trovare accordi ragionevoli con le altre realtà valdostane ragionando sui prestiti e sulla disponibilità dei campi, per esempio. Raramente qui da noi ho sentito parlare di premi di preparazione, che invece Torino invece sono una vera e propria forma di finanziamento per le società. L'abolizione del vincolo quindi sarà vantaggiosa soprattutto per i giocatori che alla fine di ogni anno saranno liberi. Questo non mi turba: sarà piuttosto un obiettivo delle società lavorare in modo da risultare attrattive”.

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