Addio a Ivo Fournier, era il “re di Borgnalle”
Fuori dai riflettori fino all’ultimo, fino alla semplice cerimonia di commiato di giovedì scorso al cimitero di Aosta riservata agli amici di sempre. Eppure Ivo Fournier è stato senza subbio uno dei maggiori protagonisti dello sviluppo urbano di Aosta degli ultimi decenni, in particolare è stato il padre della nascita della zona di Borgnalle tra Aosta e Saint-Christophe e di tante altre realizzazioni sui due lati della statale, tra le località Grand Chemin e Grande Charrière che senza la sua volontà di imprenditore probabilmente non esisterebbero neppure.
Il geometra Ivo Fournier era nato il 7 aprile del 1944 da famiglia ayassina, famiglia numerosa con due fratelli - del 1939 Ferruccio, storico presidente dell'Associazione Valdostana impianti a fune, e del 1941 Guido, già segretario generale del Comune di Aosta - e tre sorelle, già mancate, le gemelle Serena e Cristiana e poi Maria scomparsa quando era ancora molto giovane.
Dopo gli studi ad Aosta e il diploma, lavorò un breve periodo in Regione, poi diventò assicuratore con il Lloyd Italico, ma la svolta arrivò quando spinto ed aiutato dal cugino Enrico Commod di Antey si dedicò all’edilizia, progettando e costruendo case negli anni del grande sviluppo della Valle d’Aosta. Fu però all’inizio degli anni Ottanta che Ivo Fournier ebbe l’intuizione di acquistare vaste aree di terreno alla periferia orientale di Aosta, davanti all’allora Hotel Valle d’Aosta, e lungo la statale. Furono i primi “capannoni” come li chiamavano i valdostani del tempo, che cambiarono volto a quella distesa acquitrinosa con i pioppi che correvano lungo la strada. Nacquero prima l’Amerique, poi Grand Chemin, Grande Charrière e Borgnalle, tutti nomi che oggi sono nel nostro vocabolario ma che nessuno aveva mai udito prima.
Per realizzare i suoi progetti Ivo Fournier collaborò con numerosi altri impresari, come Claudio Luchini, insieme al quale costruì il complesso Le Miroir. Un’attività che però negli ultimi anni aveva rallentato molto complice anche la crisi economica, ma che comunque gestiva proprio dai suoi uffici di Borgnalle, vicino alle più recenti palazzine che aveva realizzato.
Da sempre appassionato del bello, uomo brillante dai tanti interessi, con le sue auto sportive, si era avvicinato di impeto alle opere del pittore Italo Mus, diventando in breve tempo e con cospicui investimenti il suo maggiore collezionista. Questa passione lo aveva portato in varie città italiane, per partecipare alle aste o per conoscere altri che come lui amavano Italo Mus. All’artista aveva voluto dedicare uno spazio permanente, in via Sant’Anselmo ad Aosta, una sorta di galleria privata che apriva per gli amici e per altri appassionanti, dove - tra le ottanta opere presenti - numerosi sono i veri capolavori di Italo Mus. Dipinti che amava e che anche negli ultimi anni lo aiutavano nella malattia ad avere fiducia, tanto che prima di essere ricoverato per un intervento chirurgico alle Molinette a Torino aveva già dato appuntamento a tutti per la convalescenza a Valsararenche. Invece lunedì mattina Ivo Fournier è partito per un altro viaggio, durante il quale, lo speriamo, incontrerà altri appassionati di arte come lui, per discutere di quadri, di colori, di cieli e di montagne.