Addio a Grato Savin: falegname, assessore e “artista” dei fiori
Si celebrano oggi, sabato 19 novembre, alle 14, nella chiesa parrocchiale di Champorcher, i funerali di Grato Savin, mancato nel pomeriggio di giovedì all’Hospice dell’Ospedale Beauregard. La sua scomparsa - causata da un tumore che gli era stato diagnosticato solo poche settimane fa - ha suscitato grande commozione in paese e nell’intera vallata, dove era stimato e conosciuto da tutti per la sua attività di falegname e di amministratore.
Era nato il 26 settembre del 1948 a Pontboset, primo dei cinque figli di Primo Savin e Maria Chanoux: dopo di lui hanno visto la luce Rosalia nel 1949, Lorenzo nel 1951, Elio nel 1955 ed Elena nel 1959. Per tutta la vita ha esercitato la professione di falegname, con il laboratorio a Pontboset: un mestiere a cui si è dedicato con passione e competenza, realizzando qualsiasi lavoro - dalle porte alle finestre, dai mobili ai rivestimenti - con perizia ed estrema precisione. Lui e la moglie Laurina Vuillermoz di Champorcher, mancata 6 anni fa, si erano trasferiti a vivere nel villaggio di Verana, dove Grato ha continuato a dare prova delle sue straordinarie doti nei lavori manuali e del suo “pollice verde”: i balconi della sua casa erano una meraviglia per gli occhi - tanto da fargli vincere anche dei concorsi - così come l’orto e il giardino.
Dal 2010 al 2020 è stato amministratore comunale a Champorcher, ricoprendo il ruolo di assessore e occupandosi di tante cose con il suo consueto impegno: dai servizi sociali all’agricoltura fino ai lavori pubblici. Attivo e presente, ha interpretato il suo ruolo in politica nel segno del servizio alla comunità.
Di carattere riservato e gentile, era disponibile verso chiunque avesse bisogno di aiuto, tanto da essere diventato un punto di riferimento per il villaggio di Verana, anche per quei turisti che salivano saltuariamente e ai quali volentieri faceva piccoli favori per la corretta manutenzione delle seconde case. Oltre ai fratelli e le sorelle, lascia i nipoti Tiziana e Monica Danna, Danilo Bosc e Massimo, Tatiana e Aksinia Savin.