Addio a Ferruccio Miazzo: il coraggioso partigiano Gordon che amava le moto

Addio a Ferruccio Miazzo: il coraggioso partigiano Gordon che amava le moto
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La nostra città è cambiata molto ma dagli anni Trenta agli anni Cinquanta il tabacchino edicola Mosca all’inizio di via Aubert, verso l’allora piazza del Popolo, era di gran lunga il negozio di Aosta che vendeva più tutti. Già di primo mattino andavano e venivano a cavallo alle 6 le sciolte degli operai della Cogne, poi toccava agli aostani, quindi nuovamente gli addetti dello stabilimento, a seguire la libera uscita della vicina Testa Fochi e il movimento continuava fino verso le 22 con gli ultimi ingressi alla Cogne. Ogni giorno venivano vendute migliaia di sigarette, pacchetti di trinciato, sigari toscani, cerini, cartoline, giornali e riviste, in particolare queste ultime erano esposte appese ai lati della vetrina, sostenute dalle mollette in legno per il bucato.

E davanti a quelle copertina colorate si fermava Ferruccio Miazzo, perché con la famiglia abitava proprio lì, sopra al tabacchino. Nato a Padova il 15 ottobre 1924, a nove anni nel 1933 era ad Aosta, il più piccolo di otto fratelli. Il caso volle che il primo numero dell’Avventuroso venisse pubblicato il 14 ottobre del 1934, un regalo per i suoi dieci anni e fu subito amore tra Ferruccio e Gordon Flasce, cioè il Flash Gordon italianizzato. Perché quell’eroe di fantascienza non era solo un fumetto, era anche il potere di un mondo più giusto, nel quale i malvagi venivano puniti, tanto che nel settembre del 1938 il regime fascista decise di interromperne le pubblicazioni, per non fare venire strane idee ai lettori.

Tuttavia Ferruccio Miazzo non dimenticò mai il suo Gordon Flasce e così quando nel 1944 divenne partigiano a diciannove anni pensò al suo eroe e scelse quale nome di battaglia Gordon. Ritenuto non idoneo per la tachicardia alla visita di leva, quando ricevette - sorpreso - la cartolina precetto partì da Aosta per rifugiarsi dal fratello Ampelio a Quincinetto, poi per evitargli problemi si unì alla banda partigiana comandata da Oreste Ferrari, il partigiano Tin, nella 76esima Brigata Garibaldi, che operava tra Ivrea, Biella, Andrate e la Serra. Nel luglio ecco la battaglia del Lys e Ferruccio Gordon agisce a Tour d'Héreraz, nel gruppo che fa saltare il ponte di Rechantez sulla strada per Gressoney e che si scontra con le truppe nazifasciste: tanti sono i caduti da una parte e dall’altra, così come i feriti. Uno di questi, catturato, viene affidato a Ferruccio Miazzo con l’ordine di sparargli in caso di ritirata e quando il momento arriva Gordon lo lascia vivo e si incammina.

Con l’arrivo dell’inverno 1944, la situazione si fa complicata e Ferruccio decide di tornare ad Aosta. Al ponte di Pietra è piazzato un posto di blocco, così attraversa il Buthier e si reca a casa della sorella. Rifocillato viene catturato poche ore dopo, denunciato da una vicina. Viene tradotto alla Torre dei Balivi, carcerato insieme a tanti altri partigiani, fino a quando il fratello Ampelio trova il modo di farlo liberare, facendolo passare per contrabbandiere e non combattente. Torna in via Aubert dai suoi, ma le privazioni di quell’inverno e della prigionia lo debilitano, tanto da ammalarsi di pleurite e da rimanere nella sua stanza fino al 28 aprile 1945, il giorno della sfilata dei partigiani in città.

Per lui il dopoguerra è il lavoro alla Cogne, alla manutenzione elettrica, che dura per trentasette anni, insieme a quello di barbiere per arrotondare e mettere su famiglia, perché Ferruccio Miazzo ha un amore giovanile, quella bambina di sei anni che nel 1933 sul treno da Padova per Aosta era salita a Bergamo, Maria Volpi. La stessa Maria che gli portava il pane passandolo tra le sbarre della Torre dei Balivi e che nel 1950 sposa.

Nel 1956, l’8 settembre, una ricorrenza speciale nella lotta di liberazione italiana, nasce il loro unico figlio Loris, legato al padre da un rapporto speciale, come era speciale Ferruccio Miazzo, che credeva negli ideali del Partito Comunista Italiano, sempre presente alle diverse manifestazione, come in sezione al Quartiere Cogne, diffusore de L’Unità, scrutatore nei seggi elettorali ed immancabile presenza nei picchetti davanti al Tribunale di Aosta per poter essere i primi a presentare la lista. E poi quelle moto che tanto amava, quel suono affascinante che lo aveva portato dalla Moto Guzzi Airone 250 Sport del 1956 allo scooterone, libertà sulle strade della Valle d’Aosta e di tanti raduni, con la musica dell’amico Otello De Biagi, motociclisti del Cral Cogne. Come anche nel chiuso del garage, a regolare anticipi e freni, aspettando la bella stagione, oppure seguendo le gesta dei piloti del Moto Mondiale.

Mancata la sua Maria nel gennaio del 2018, Ferruccio Miazzo continuava ad abitare da solo in via Colonnello Alessi, sempre seguito con amore dal figlio Loris, dalla nuora Susanna Fondatori e dal nipote Michel. Gordon se ne è andato nel sonno nelle prime ore di lunedì scorso, 4 marzo, e il giorno dopo la sala del commiato del cimitero ha ricordato la sua lunga appassionata vita, caratterizzata da valori nei quali si è sempre riconosciuto con coerenza.

Da sinistra Ferruccio Miazzo con il caro amico Otello De Biagi

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