Adattare alla realtà regionale le direttive nazionali “Affrontiamo la cronicità potenziando il territorio”
La parola d’ordine è “assistenza territoriale”. E’ questo lo spirito che anima tutti gli attori della sanità valdostana che si sono ritrovati per un interessante confronto sabato scorso, 18 novembre, all’Hotel Duca d’Aosta in piazza Narbonne, dove si è tenuto il convegno “DM 77 - Nuovi modelli assistenziali per la presa in cura della cronicità” organizzato dalla Fimmg - Federazione Italiana Medici di Medicina Generale - nella persona del segretario regionale Nunzio Venturella - e dalla Card Valle d’Aosta - Confederazione Associazioni Regionali di Distretto. Il decreto ministeriale numero 77 e il Pnrr impongono necessariamente il rilancio delle cure domiciliari valorizzando la continuità tra ospedale e territorio nella presa in cura della cronicità attraverso nuovi modelli di sanità di iniziativa.
«Il convegno ha proposto un focus sulle nuove direttive nazionali e sull’applicazione del decreto ministeriale 77. - spiega il dottor Nunzio Venturella - Ogni regione, infatti, deve fare delle scelte che siano proporzionate alle difficoltà che deve affrontare. Per quanto riguarda la Valle d’Aosta, in particolare, non è possibile adottare in modo pedissequo il Dm 77 per le criticità legate al territorio e alla popolazione. Innanzitutto c’è la questione orografica, con 24 Comuni considerati “disagiatissimi” e 13 “disagiati”. Anche la presenza di un solo ospedale incide sulla situazione. Per questo l’obiettivo principe è potenziare il territorio. Bisogna inoltre tenere conto del trend demografico, che vede una decrescita della popolazione. Abbiamo il 2,8 per cento in più della media di ultra 75enni e nel 2050 si prevede che il 33 per cento dei valdostani sarà interessato da rischi di cronicità». «La presa in carico della cronicità si ribalta inevitabilmente sulla medicina del territorio, intesa non solo come medici di famiglia ma anche come strutture socio-sanitarie. - prosegue il dottor Nunzio Venturella - Bisogna modificare la visione “ospedale-centrica” avuta finora. In ospedale sempre più dovranno essere trattate le acuzie mentre della cronicità dovrà farsi carico il territorio. In questo senso, la nostra regione deve adottare il Dm 77 come fosse un abito su misura e per questo ha deciso di dotarsi di 2 ospedali di comunità: uno ad Aosta, finanziato dal Pnrr e un secondo a Verrès, a servizio della media e della bassa Valle, con i soldi del bilancio regionale. L’obiettivo è garantire la stessa intensità di cura a chi vive ad Aosta e a chi abita, per esempio, a Gressoney. In questo senso al convegno di sabato scorso è emersa una condivisione di intenti tra i numerosi operatori sanitari, l’Usl rappresentata dal direttore generale Massimo Uberti e la Regione che era presente con l’assessore alla Sanità Carlo Marzi».