Accertamenti sull’effettiva urgenza di un’operazione quando erano sospesi gli interventi chirurgici
L’ipotesi di un utilizzo indebito della sala chirurgica di Endoscopia urologica del nosocomio aostano è al vaglio degli investigatori della Digos coordinati dal pubblico ministero Luca Ceccanti.
Gli accertamenti sono stati avviati dopo che lo scorso mese di aprile, quanto tutti gli interventi chirurgici erano sospesi tranne quelli di estrema urgenza a causa della pandemia di Covid-19, il padre di un consigliere regionale è stato operato all'Ospedale regionale “Umberto Parini”. La segnalazione è giunta da altri pazienti in lista di attesa e regolarmente prenotati che, dopo aver appreso l’accaduto, hanno sospettato che vi fosse stata una corsia preferenziale. Come persone informate dei fatti, sono stati ascoltati il primario di Urologia Sandro Benvenuti, il medico responsabile dell'emergerza sanitaria regionale Luca Montagnani, il primario di Chirurgia vascolare Flavio Peinetti, all'epoca capo dipartimento di Chirurgia, infermieri e personale di segreteria. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il primario Sandro Benvenuti sarebbe stato contattato dalla segreteria dell’Assessorato regionale della Sanità per avere informazioni sulla disponibilità della sala di Endoscopia urologica per sottoporre a intervento un paziente padre di un consigliere regionale. Il primario aveva risposto che la sala operatoria non sarebbe stata disponibile a breve, sia per le norme antipandemia, sia per la carenza di anestesisti e di personale infermieristico. Non molto tempo dopo, però, la sala chirurgica sarebbe stata utilizzata proprio per quell'intervento. L’assessore Roberto Barmasse, dal canto suo, nega fermamente che vi sia stata alcuna irregolarità né tanto meno un occhio di riguardo per il paziente, sostenendo che la decisione di operare quell'uomo, peraltro anziano, sia stata dettata dall'effettiva urgenza sanitaria indipendentemente dai rapporti di parentela del malato.