Accertamenti sul caso del manifesto elettorale di Giorgia Meloni appeso a testa in giù ad Aosta
In occasione del 25 aprile, un manifesto per le elezioni europee di Giorgia Meloni è stato appeso al contrario ad Aosta, facendo apparire la premier a testa in giù. Il cartellone era sotto una pensilina dell'autobus in piazza Arco d'Augusto. Un atto interpretato come un possibile riferimento a piazzale Loreto a Milano, dove il 29 aprile 1945 il cadavere di Benito Mussolini fu appeso per i piedi insieme a quello della sua amante Claretta Petacci e a quelli di alcuni gerarchi fascisti. «Un gesto dal simbolismo forte e allo stesso tempo vergognoso, - commenta in una nota il senatore Nicola Calandrini, presidente della commissione Bilancio - frutto di una violenza antifascista che rappresenta, ad oggi, un concreto e attuale pericolo, soprattutto quando a questi gesti non seguono prese di distanza delle forze di sinistra istituzionali». In altre zone della città, invece, sono apparsi scritte e disegni sui manifesti della premier. «Ci sono accertamenti in corso per appurare se il capovolgimento del manifesto sia o meno di natura dolosa» dichiara il presidente di Fratelli d’Italia Valle d'Aosta Alberto Zucchi. Il manifesto appeso al contrario può essere rimosso senza provocare strappi: non è incollato, ma appeso a una struttura della pensilina dell'autobus. Riguardo agli imbrattamenti di cartelloni elettorali in altre zone della città, secondo Zucchi «Denotano, ancor di più nella giornata di del 25 aprile, l'intolleranza, il livore e l'avvelenamento del clima politico. Che certe frange si rifiutino di riconoscere il risultato di un voto democraticamente espresso è inaccettabile». Per questo Alberto Zucchi si augura «Che anche le altre forze politiche dicano qualcosa in merito. Perché certi cori e peana non possono sempre e soltanto provenire quando certe cose accadono da una parte».