Abele Tamone: morì in guerra in Albania a meno di 20 anni Ora è tornato a Valtournenche. La cerimonia domenica scorsa
Da domenica scorsa, 10 novembre, Abele Tamone riposa finalmente accanto ai suoi genitori e ai suoi 6 fratelli. Partito da Valtournenche per il fronte nel mese di gennaio del 1941, ha fatto ritorno a casa solo dopo oltre 83 anni, all’interno di un’urna avvolta dalla bandiera tricolore che ne accoglie i resti mortali. Una storia che riassume in sé l’ingiustizia della guerra e l’amore di una famiglia, di 10 nipoti che non hanno voluto che il loro zio rimanesse per sempre in un cimitero di guerra ma si sono impegnati perché potesse tornare a casa sua, in quel paese dove aveva frequentato le scuole elementari, all’ombra delle montagne su cui fin da bambino saliva per fare il “cit” negli alpeggi del Breuil. Sportivo, Abele Tamone diventò aiuto maestro di sci, poi trovò impiego per 2 anni alla Sip - Società Idroelettrica Piemonte. Nel gennaio del 1941, quando non aveva ancora 20 anni, partì in guerra per l’Albania nel 64esimo Reggimento fanteria Cagliari con il grado di caporale. Morì in un’ospedale da campo della storica città di Berat, per le complicazioni di una broncopolmonite, il 4 maggio del 1941.
«Nessuno di noi 10 cugini lo ha conosciuto ma nelle nostre famiglie se ne parlava sempre, il suo nome era ricorrente nelle conversazioni quotidiane. - ricorda il nipote Elmo Tamone - Circa 5 anni fa abbiamo saputo che i cimiteri di guerra in Albania e in Grecia sarebbero stati dismessi e che i resti mortali sarebbero stati trasferiti in Italia. Nel 2021 siamo stati contattati dal maresciallo dei Carabinieri Michele Maurino, che è recentemente mancato e che ringraziamo: ci informò che nostro zio era sepolto al Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare di Bari e che l’associazione che presiedeva avrebbe avuto piacere di riportarlo nella nostra regione insieme ad altri 15 valdostani, chiedendoci l’autorizzazione. Malgrado le impegnative pratiche burocratiche e il lungo viaggio affrontato, lo abbiamo riportato a casa».
Domenica scorsa si è tenuta una cerimonia solenne per celebrare il ritorno a casa di Abele Tamone. «Questo giorno rende onore a tutti i caduti in guerra e alle forze armate che ogni giorno hanno il compito di difendere il nostro Paese dai conflitti. - ha detto la sindaca Elisa Cicco - La nostra Costituzione ricorda che l'Italia ripudia la guerra in quanto strumento di offesa alla libertà dei popoli e quale mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Ed è per questo che noi, parte politica, dobbiamo essere promotori di pace come unica soluzione che deve avere coscienza di esistere e che può costruire un futuro».