«Abbiamo registrato tanta generosità in un momento di grande fatica per tutti»

«Abbiamo registrato tanta generosità in un momento di grande fatica per tutti»
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Anche il mondo del volontariato e della solidarietà ha dovuto fare i conti con gli effetti della pandemia, tanto che la «Tavola amica» della Caritas diocesana ha rinunciato all'accoglienza all'interno dei locali di via Abbé Gorret ad Aosta per offrire unicamente pasti da asporto.

«La nostra mensa è rimasta aperta tutti i giorni, compresi Natale e Capodanno - spiega il direttore della Caritas aostana Andrea Gatto - però solo con il servizio di asporto in quanto all’interno del nostro locale non disponiamo degli spazi sufficienti per accogliere tutte le persone che giornalmente vengono a trovarci, non potendo garantire loro il giusto distanziamento. Dallo scorso mese di novembre però oltre al pranzo stiamo anche distribuendo la cena, grazie al supporto del Comune di Aosta che ha messo a disposizione dei fondi e così siamo in grado di offrire dei sacchetti ancora più forniti. Tutto ciò è stato possibile grazie pure alle donazioni di semplici cittadini, delle aziende e delle attività commerciali che ci hanno fornito i loro prodotti. Abbiamo registrato veramente tanta generosità in un momento di grande fatica per tutti che probabilmente ha fatto scattare quei sensi di solidarietà e di fratellanza che ci uniscono. Molto bello è stato il gesto di quella persona che ha voluto inserire all'interno di ogni sacchetto un biglietto di auguri per i meno fortunati».

Il servizio offerto da «Tavola amica» riveste un ruolo molto importante per la collettività. «Più o meno offriamo un numero di pasti giornalieri che oscilla tra i quarantacinque e i cinquanta. Numeri che ci portano a dire che non vi è stato un aumento esponenziale di utenti. Negli ultimi tempi abbiamo avuto modo di incontrare persone nuove e rispetto ai periodi normali ci sono state meno presenze di passaggio cioè di quelle persone che magari erano in cerca di lavoro e che vedevamo solo per pochi giorni. Mentre oggi le presenze sono più stabili. Vi è anche da dire che chi è in difficoltà può ricevere aiuti diversi come ad esempio quello del Banco Alimentare o delle parrocchie. Non disponendo dei locali e delle attrezzature necessarie per poter cucinare per la fornitura dei pasti ci serviamo dalla Vivenda di Arnad». «Possiamo dire che vengono a trovarci diversi valdostani ma anche persone d'oltre regione che però vivono da anni in Valle d’Aosta. Sicuramente i volti nuovi sono per lo più di italiani e complessivamente questi rappresentano circa il cinquanta per cento di coloro che usufruiscono del nostro servizio. Rispetto al 2019 al momento non siamo in grado di fare le giuste comparazioni, in ogni caso non c'è stato un aumento vertiginoso di richieste di pasti».

Non solo cibo, in questo momento di grande freddo per molti sfortunati è indispensabile anche un ricovero per la notte.

«Abbiamo la gestione del dormitorio pubblico di via Stevenin, sempre ad Aosta, che normalmente dispone di dodici posti letto ma che in questo periodo abbiamo dovuto ridurre a sette per poter assicurare le giuste distanze tra i fruitori mentre altrettanti ne abbiamo attivati al dormitorio di viale Gran San Bernardo, struttura sempre gestita da Caritas. Negli anni passati in questa stagione fredda aggiungevamo delle brandine e delle poltrone letto per aumentare la capienza dei locali, cosa che oggi non possiamo fare causa emergenza sanitaria anche se servirebbero molti più posti letto. Ai dormitori c’è l’accesso diretto e quindi basta presentarsi e se c’è posto si viene accolti e in questo caso si può usufruire del dormitorio per quaranta notti consecutive, periodo questo che in caso di necessità si può anche allungare. Voglio anche sottolineare che quando la nostra regione è in zona rossa i dormitori sono aperti tutto il giorno mentre normalmente chiudono dopo l’orario di colazione per riaprire alle 18».

Un pensiero anche a chi è costretto in strada. «La Croce Rossa dispone di una unità di strada che va ad intercettare quelle persone che non hanno trovato ospitalità nei dormitori o che magari non si vogliono avvicinare a queste strutture per dignità, perché non vogliono vivere a contatto con altre persone o più semplicemente perché faticherebbero a seguire le regole che sono molto rigide per esempio per quello che riguarda il consumo di alcolici. In strada vengono distribuite bevande calde e coperte e fortunatamente in questo senso non siamo in presenza di numeri elevatissimi come nelle grandi città».

Per coloro che necessitano di aiuto è sempre a disposizione il Centro d’Ascolto che durante il giorno risponde al numero verde 800 909 216 oppure allo 0165 33326. «Il Centro d’Ascolto è il luogo dove accogliamo le richieste di aiuto oppure le segnalazioni di persone in difficoltà ma è anche il riferimento ove potersi informare per eventuali donazioni» conclude Andrea Gatto.

Colletta alimentare,

numeri in calo

Aveva preso il via sabato 21 novembre scorso la Colletta Alimentare per poi concludersi martedì 8 dicembre con la novità delle «gift card» da due, cinque e dieci euro acquistate nei negozi aderenti all'iniziativa il cui valore complessivo al termine della colletta è stato convertito in prodotti alimentari non deperibili. «Al momento - sottolinea Emilio Roda, direttore del Banco Alimentare Valle d'Aosta - non abbiamo ancora dei dati precisi perché ci sono state troppe varianti ma se gli altri anni con questa colletta raccoglievano circa quaranta tonnellate di alimenti quest’anno se arriviamo a dieci è tanto».

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