«Abbiamo perso due anni e venti milioni di euro»
«La sentenza parla chiaro! Abbiamo perso circa 2 anni di tempo, con danni economici molto elevati». Non ha peli sulla lingua Alberto Arditi, amministratore delegato della Cape srl, la società titolare della discarica situata nell’ex area Follioley, a Issogne, nel commentare il pronunciamento della Consulta sulla discarica Chalamy. Impianto oggetto di forti contrasti con le associazioni ambientaliste, in primis «La Valle d’Aosta non è una discarica» che con una petizione avviata nell’autunno 2019 aveva raccolto circa 13mila firme per impedirne l’apertura e, quindi, il conferimento di rifiuti provenienti anche da fuori regione.
«Avevamo detto in più occasioni e in tutte le maniere - dichiara Alberto Arditi - che questa legge regionale altro non era che un provvedimento illegittimo, però la politica ha preferito andare dietro alla corrente popolare senza tenere conto dei risvolti negativi per l’amministrazione pubblica. Oggi, finalmente, apprendiamo che erano state redatte delle norme anticostituzionali, cancellate dall’organismo competente che è appunto la Corte costituzionale. Ora ci auguriamo che gli attuali amministratori vogliano affrontare con noi un dialogo costruttivo. Ci eravamo sempre resi disponibili a discutere la questione già con la precedente legislatura, abbiamo chiesto di parlare con i dirigenti competenti, con i responsabili dell’ufficio legale della Regione e con gli assessori di riferimento. Non siamo mai stati ascoltati, mentre molto spazio da parte loro è stato sempre dato ai “rappresentanti” del popolo. Non portiamo rancore verso nessuno, però adesso auspichiamo che qualcuno dei 35 consiglieri regionali di piazza Deffeyes ci chiami. Sarebbe un comportamento di buon senso. Ciò che è successo ha creato dei danni economici altissimi, illimitati. Su questo avremo tempo di discutere e affrontare la questione nei tempi e nelle sedi opportune. Non possiamo, però, fare finta di niente: abbiamo perso quasi 2 anni e contratti importantissimi per svariati milioni. Non esagero quando dico circa una ventina di milioni di euro! È arrivato il tempo di trovare una soluzione, perché noi per primi vogliamo salvaguardare l’ambiente e se bisogna discutere su qualcosa, siamo a disposizione. Vogliamo tendere una mano. Però da oggi in poi che facciamo? In Regione già si vocifera di un nuovo provvedimento. Se la politica, però, intende proseguire su nuove proposte di legge sul tema che ricalchino il percorso di quelle precedenti, non farà altro che creare danni e dare a noi imprenditori spazio per richiedere dei risarcimenti. Questo significherebbe perseverare. Noi della Cape ci auguriamo di no. - conclude Alberto Arditi - Perché se si vuole dialogare, con la sentenza della Corte costituzionale è arrivato il momento».