A Verrayes la prima “Casa del caregiver” “Un luogo di sostegno e di confronto”

A Verrayes la prima “Casa del caregiver” “Un luogo di sostegno e di confronto”
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Il termine “caregiver“ è ormai diventato di uso comune per indicare “colui che si prende cura”, con specifico riferimento a quei familiari che assistono un loro congiunto ammalato o disabile. Sabato scorso, 2 dicembre, è stata inaugurata in località Champagne di Verrayes la prima “Casa del caregiver” in Italia. Ideata e realizzata dalla dottoressa Chantal Cerise, vuole rappresentare un punto di riferimento e di informazione - e in futuro anche di formazione - per tutte quelle persone che, pur se in forme diverse, si trovino nella condizione di dover prestare assistenza in famiglia a chi non sia più autosufficiente per vari motivi.

«Quasi tutti pensano al malato, alla demenza, all’età che avanza, ma quasi nessuno valuta ed ascolta la figura del “caregiver”, che quasi sempre è rinchiusa in un angolo di incuranza, vittima di tante abitudini familiari. - sottolinea Chantal Cerise, 36 anni, di Chambave, che ha al suo attivo una laurea in Scienze tecniche e psicologiche e un master in Geriatria - Ma chi sono in effetti i “caregiver”? Sono mogli, mariti, figli o nipoti che seguono un loro caro, anziano o con la demenza, al suo domicilio. Io ad esempio sono stata una “caregiver” dal 2014 al 2019, seguendo una mia nonna alla quale feci poi la promessa di realizzare questo progetto. Quali sono allora i servizi che in questo momento possono essere richiesti alla “Casa del Caregiver”, sia in presenza ma anche online? Sono quelli di consulenza e di valutazione a domicilio dell’ambiente domestico, con la possibilità di avere il primo di questi servizi con il singolo “caregiver” o con tutta la famiglia che si occupi nel presente di un suo congiunto bisognoso di assistenza. E, poi vi sono le consulenze di organizzazione e di gestione di gruppi di sostegno ai “caregiver”, sempre in questa sede, e gli incontri con questi ultimi, dove essi avranno la possibilità di parlare, di portare la loro testimonianza e di essere ascoltati. Questa iniziativa sarebbe importante se fosse considerata un riferimento non solo per queste figure ma anche per tutta la popolazione, perché il suo obiettivo è quello di fare confluire le maggiori figure professionali al suo interno. Ad esempio, la “Casa del Caregiver” è aperta a tutti coloro che vogliono proporre arte terapia, musicoterapia, pet therapy sia al “caregiver” che alla persona anziana seguita dallo stesso. E anche i geriatri, i neurologi, i terapisti occupazionali avranno qui uno spazio dove venire ad ascoltare ma anche a consultarsi con queste persone. Ritengo anche importante sottolineare come professioni quali estetiste e parrucchieri e associazioni che si occupano di queste problematiche saranno qui le benvenute nel contribuire a fare diventare questo un punto di riferimento e nel sensibilizzare sul fatto che i “caregiver” non debbano rimanere da soli al loro domicilio e soprattutto pensare che non ci sia nessuno ad occuparsi di essi».

«Ultimo aspetto da considerare - conclude Chantal Cerise - è che le Amministrazioni regionali e comunali valutino l’utilità di questa prima “Casa del Caregiver”, in quanto sapere che vi è questo servizio innovativo e pensato a 360 gradi sul territorio significa che nulla debba o possa rimanere lasciato al caso in riferimento a questa tematica».

Per altre informazioni su questa iniziativa e per prenotare un appuntamento con Chantal Cerise la si può contattare al 333 4648854 o all’indirizzo mail dottoressacerise@gmail.com e anche visitare il suo sito www.casadelcaregiver.it.

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