A Nove Mesto meritato en plein di medaglie per la Francia allenata da Patrick Favre

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I Mondiali di Nove Mesto in Repubblica Ceca si sono chiusi domenica con un pubblico spettacolare (30 mila paganti) e con la Francia del tecnico di Bionaz e Oyace Patrick Favre a primeggiare nel medagliere con 13 metalli, di cui 6 ori con sempre state presenti le donne, 1 argento e 6 bronzi, 12 le medaglie di una Norvegia che ha vinto 4 gare maschili su 7 ma ha incredibilmente offerto agli svedesi la staffetta. L’Italia con la quale hanno lavorato Christian Favre, Ryan Chapellu e Mattia Nicase ha concluso splendida terza grazie all’oro ed ai 3 argenti di una superlativa Lisa Vittozzi, portata in trionfo lunedì 19 nella sua Sappada dove giovedì scorso, 22 febbraio, si sono celebrati i 30 anni dell’oro in staffetta dei fondisti di Lillehammer, do cui un argento in coppia con Tommaso Giacomel.

Sabato invece i troppi errori al poligono hanno subito allontanato le 2 staffette azzurre dalla zona medaglie. Con una ricarica a terra e 2 giri di penalità la nostra Samuela Comola al cambio era addirittura 19esima a 2 minuti e 25 secondi nella prova femminile (esclusa Michela Carrara per far posto a Rebecca Passler, che avrebbe dovuto essere schierata al lancio con la Comola in seconda frazione), poi Dorothea Wierer è risalita al 16esimo, la Passler al 14esimo e Lisa Vittozzi all’11esimo posto staccate dalla Francia di 4’49” con 2 giri di penalità e 9 ricariche le azzurre campionesse del Mondo uscenti per 3 quarti, con Rebecca Passler a sostituire Hannah Auchentaller). Poche ore dopo anche gli uomini non sono andati oltre il sesto posto nella gara buttata alle ortiche dal norvegese Vetla Sjaastad Christiansen a favore della Svezia. Elia Zeni ha lanciato Didier Bionaz in 18esima posizione a 1’02”, l’alpino in un Mondiale non certo memorabile con 1 giro di penalità a terra e 1 ricarica in piedi ha cambiato 20esimo quindi la risalita in 11esima posizione con Lukas Hofer e al sesto posto con Tommaso Giacomel a 1’44” dagli svedesi Viktor Brandt, Jesper Nelin, Martin Ponsiluoma e Sebastian Samuelsson.

La bella favola del ventenne di Bionaz Julien Petitjacques, dalla doppia nazionalità grazie alla mamma Ingrid, chiamato giovedì in Repubblica Ceca a sostituire sabato in staffetta con il Belgio Thierry Langer, procuratosi la rottura di una costola, si è conclusa con un’onorevole prestazione in quarta frazione terminata al 22esimo posto tra 24 squadre dal quartetto belga a 6’38”, dopo una prima frazione fantastica. A terra Petitjacques è andato bene, centrando i 5 bersagli in 30”6, poi in piedi è ricorso a 3 ricariche in 51”3, pagando sicuramente fatica ed emozione, anche se al traguardo era veramente felicissimo.

Il Comune di Bionaz entrerà comunque nel Guinness dei primati delle curiosità del biathlon visto che un paese di poco più di 200 abitanti era rappresentato ai Campionati del Mondo in Moravia da ben 5 suoi residenti in 3 nazionali diverse con 2 atleti (Didier Bionaz con l’Italia e Julien Petitjacques con il Belgio), il tecnico della Francia femminile Patrick Favre e gli skimen azzurri Christian Favre e Mattia Nicase. Un fatto simile accadde alle ultime Olimpiadi alle 2 Gressoney nello sci di fondo con gli azzurri Federico Pellegrino, Francesco De Fabiani, Greta Laurent e Francois Ronc Cella, Pierre Miniotti tecnico con il Canada e l’intera famiglia Chanloung con la Thailandia, sempre in nazionali diverse ma con una popolazione molto più numerosa.

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