A due mesi dall’insediamento «scricchiola» la Giunta Lavevaz

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«Se ci fossero scricchiolii all'interno della Giunta lo saprei. Non ho sentore in tal senso. Sarebbe da irresponsabili avere problemi di tenuta a due mesi dall'insediamento e in mezzo ad una pandemia». Ostenta tranquillità il presidente della Regione Erik Lavevaz in merito ai dissidi interni emersi nelle ultime settimane in seno all'Esecutivo. Argomento naturalmente non solo sfiorato nel corso della conferenza stampa di fine anno che si è svolta in Regione nella mattinata di martedì scorso, 29 dicembre. «Ci sono aspetti organizzativi - ha aggiunto - che vanno migliorati. Dopo le feste faremo il punto con gli alleati di governo. Dal punto di vista politico, pertanto, non c'è alcuna novità».

Gli scricchiolii arrivano dalla gamba sinistra del tavolo di governo, dove «siedono», per intenderci, gli assessori in quota Progetto Civico Progressista Chiara Minelli e Jean-Pierre Guichardaz. Un primo dissenso era emerso nelle scorse settimane sul dossier Cime Bianche. Chiara Minelli - e l’area politica cui fa riferimento - non ha mai nascosto la sua contrarietà al collegamento tra i comprensori sciistici di Cervinia e Monterosa Ski.

Giovedì scorso, 24 dicembre, il nuovo «mal di pancia»: Minelli e Guichardaz non hanno votato la delibera della Giunta sulla costituzione nel giudizio di legittimità costituzionale relativo al provvedimento sulle riaperture, la legge regionale numero 11 nota come «anti Dpcm». Comprensibile il disagio dei due Assessori a sostenere un contenzioso contro il governo nazionale appoggiato dai loro stessi movimenti politici.

Certo è che qualche imbarazzo in maggioranza lo hanno creato anche le dichiarazioni di Chiara Minelli - la scorsa settimana - su una questione importante come la riattivazione della linea ferroviaria Aosta-Pré-Saint-Didier. Imbarazzo che diventa malumore per la mancanza di una regia governativa da parte del presidente Lavevaz.

Sullo sfondo, sempre le voci su possibili «abboccamenti» con la Lega, anche alla luce di quanto sta avvenendo a livello nazionale, dove la precarietà del premier Conte è amplificata dalla disponibilità crescente dell’asse Salvini-Meloni-Berlusconi a sostituire il governo Pd-Cinque stelle.

«Non abbiamo condiviso quella legge» ha spiegato Chiara Minelli riferendosi alla «anti Dpcm» e spiegando il mancato voto alla costituzione nel giudizio di legittimità costituzionale promosso dal Presidente del Consiglio dei Ministri, «Sostenendo che ha delle criticità. Criticità che si sono peraltro evidenziate. Pertanto non ci è sembrato corretto partecipare ad un passaggio dell'Esecutivo che riguardava quella legge». «Il clima all'interno della Giunta? Si sta lavorando, su alcuni punti le posizioni sono diverse. Penso all'ordine del giorno in Consiglio su Cime Bianche. L'esito della votazione era abbastanza ovvio, è stata utilizzata in modo strumentale» ha aggiunto l'Assessora. «Molte energie in questo momento sono prese dalla gestione dell'emergenza Covid - ha concluso - e si sta cercando di lavorare in collaborazione su vari temi, dalla riapertura delle scuole ai trasporti per gli studenti».

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