Indagati il presidente del Consiglio Alberto Bertin e l’ex commissario dell’Usl Angelo Pescarmona
La Procura di Aosta ha chiesto l'archiviazione dall'accusa di peculato, nell'ambito dell'inchiesta sul piano vaccinale regionale, per l'assessore regionale all'Istruzione Luciano Caveri e per i consiglieri regionali Paolo Samaritani e Mauro Baccega. Invece il presidente del Consiglio Valle Alberto Bertin è indagato per falsa testimonianza nell'ambito della medesima inchiesta. Per lo stesso reato è sotto accusa pure Michele Angelo Pescarmona, già commissario straordinario dell'Usl di Aosta e attuale direttore dell'Asl To5. Ascoltate come persone informate sui fatti, secondo la Procura Alberto Bertin e Michele Angelo Pescarmona avrebbero reso false dichiarazioni alla Polizia giudiziaria.
L'inchiesta, condotta dai carabinieri del Nas di Aosta e coordinata dai pm Luca Ceccanti e Francesco Pizzato, voleva verificare l'applicazione del piano vaccinale redatto a livello ministeriale e accertare se erano state somministrate dosi di vaccino a soggetti che non ne avevano ancora titolo. Le indagini, si legge nella richiesta di archiviazione «Hanno messo in luce un sistema opaco e clientelare nel quale parenti e amici di dirigenti sanitari e politici sono stati vaccinati a marzo sebbene non rientrassero nelle categorie prioritarie». Per l'accusa, l'assessore regionale Luciano Caveri e i consiglieri regionali Mauro Baccega e Paolo Samaritani, non si sono spesi personalmente per essere vaccinati prima del tempo, ma la loro vaccinazione «Rientra in una precisa scelta politica». Per la Procura è stato «L’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale a deliberare che fossero sottoposti a vaccinazione a marzo i consiglieri regionali ultrasessantenni». Ed è proprio questo passaggio politico a mettere nei guai il presidente del Consiglio Alberto Bertin. Per l'accusa, quest’ultimo avrebbe dichiarato il falso quando interrogato, così come l'ex commissario straordinario dall’Usl Michele Angelo Pescamorna. Alberto Bertin avrebbe detto che il Consiglio Valle non aveva dato indicazioni sulla gestione della campagna vaccinale, ma uno scambio di messaggi telefonici tra lui, l’assessore Luciano Caveri e altri politici dimostrerebbe il contrario. Per gli inquirenti, il comportamento del presidente Alberto Bertin - che ha sempre messo al centro della sua campagna politica la legalità soprattutto nelle istituzioni - «Avrebbe reso più arduo» l’accertamento degli investigatori. «Scopro con sorpresa dai giornali di essere indagato. - afferma Alberto Bertin - Confermo quanto già da me dichiarato in altre occasioni che, nello specifico, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale non ha mai assunto una deliberazione sulla questione».
Rimangono indagate, solo per l'accusa di peculato mentre è stata archiviata quella di abuso di ufficio, la dirigente delle professioni sanitarie del Servizio infermieristico, riabilitativo, della prevenzione e della professione ostetrica aziendale dell'Usl della Valle d'Aosta Laura Plati e Hélène Imperial, medico in servizio al Dipartimento Sanità e salute dellAssessorato regionale della Sanità. Chiesta l'archiviazione, invece, per Michelle Imperial, sorella di Hélène Imperial. Era stato ipotizzato che Michelle Imperial fosse stata vaccinata prima del tempo, non rispettando le linee guida ministeriali. Nei suoi confronti, però, non sono emersi elementi che provino che abbia ricevuto il siero “saltando la fila”. Secondo le ipotesi degli inquirenti, Hélène Imperial e Laura Plati avrebbero indebitamente distratto dosi di vaccino in favore «Di parenti o amici». Da qui l'accusa di peculato. Le indagini nei loro confronti non sono state ancora chiuse.