Pd e Progetto Civico Progressista, ormai è divorzio Gli autonomisti tornano a interrogarsi sulla réunion

Pd e Progetto Civico Progressista, ormai è divorzio Gli autonomisti tornano a interrogarsi sulla réunion
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«La larghissima maggioranza degli interventi nell'Assemblea di Progetto Civico Progressista ha evidenziato che l'attuale situazione non può perdurare: l'invito rivolto a tutti i consiglieri regionali di Pcp è di sospendere la partecipazione alle riunioni della maggioranza regionale fino allo svolgimento e alla conclusione della verifica». E' quanto si legge in un comunicato diffuso ieri, venerdì 17, dell'Assemblea generale di Pcp che si è svolta nella serata di giovedì scorso, 16 settembre.

Erano due i punti all'ordine del giorno: la verifica politica e la risoluzione approvata durante il Consiglio regionale straordinario sulla sentenza Casinò della Corte dei Conti mercoledì 15. Riguardo al primo tema, la verifica, l'Assemblea di Pcp ne ha ribadito «la imprescindibile necessità» e ha evidenziato «che nessuna risposta è arrivata dagli autonomisti rispetto ai punti per la discussione, esplicitati fin dall'inizio di giugno con un apposito documento del gruppo consiliare regionale». «Non solo: si è anche verificato che su alcuni punti su cui si è chiesto il confronto - vedi legge idrogeno, Cime Bianche, Ospedale e Cva - ci sono stati degli atti, anche in contrasto con i punti della verifica da effettuarsi».

Infine, in merito alla risoluzione Corte dei Conti, l'Assemblea di Pcp afferma che «Non è condivisibile perché impegna la Giunta a presentare un ricorso alla Corte costituzionale contro la sentenza della Corte dei Conti, sentenza che riguarda i comportamenti di singole persone su atti molto specifici: in questo modo si innesca un conflitto istituzionale fra Regione e organi dello Stato che è privo di motivazioni sostanziali e rischia di essere dannoso per l'intera comunità».

Il Partito democratico saluta

E’ la decisione di abbandonare le riunioni della maggioranza ad accendere le polemiche e a sancire definitivamente la spaccatura nel Pcp: Rete Civica del leader Elio Riccarand (presente in Consiglio Valle con l’ex assessora Chiara Minelli) con Area Democratica che tutti collegano a Raimondo Donzel (in Consiglio con Erika Guichardaz) da una parte, Partito democratico dall’altra con i restanti cinque consiglieri regionali, assessore Jean-Pierre Guichardaz compreso.

Il Partito democratico della Valle d'Aosta «E’ stato socio fondatore del Progetto Civico Progressista, ma oggi quell'iniziativa è naufragata per la gestione proprietaria di una parte del Progetto»: il commissario del Pd VdA Umberto D'Ottavio affida a una breve nota il suo disappunto per il comunicato diramato a nome del Pcp, che invitava i sette consiglieri regionali a non partecipare più alle sedute della maggioranza regionale fino alla conclusione della verifica di maggioranza dopo la crisi di Giunta. Umberto D'Ottavio attacca le componenti di Rete Civica e di Area Democratica-Gauche Autonomiste: «Essere titolari di un indirizzo email non personale, ma espressione di una rappresentanza politica, dovrebbe indurre a maggiore responsabilità nella comunicazione». Ribadendo che la nota del Pcp «Non è espressione di nessuna decisione assunta, ma solo sintesi di chi ha voluto e potuto utilizzare quell'indirizzo email». Un messaggio diramato che «Ha fatto fallire il Pcp e reso impossibile la convivenza politica». Umberto D'Ottavio conclude: «Il Pd non solo parteciperà alle riunioni di maggioranza regionale, ma si farà carico di portare avanti le iniziative e i programmi che caratterizzano il centrosinistra in Italia e in Valle d'Aosta».

Concetti ribaditi dall’assessore Pd Jean-Pierre Guichardaz: «Non mi riconosco in quel comunicato, nell’assemblea di giovedì sera e ora direi neanche più nel Pcp, che era semplicemente un gruppo consigliare e che ora si muove come un partito. E allora dovrebbe dotarsi di tutti gli organismi e comportarsi di conseguenza, con tanto di regolamento. L’invito a non partecipare alle riunioni di maggioranza non mi riguarda. Non abbiamo nessun vincolo nei loro confronti, di Donzel e di Riccarand. Anzi facciamo parte saldamente, sottolineo saldamente, della maggioranza. Se vogliono tornare alle crisi, ai governi di sei mesi, o se vogliono consegnare la Regione ad altre forze politiche, facciano pure. Non con il nostro contributo» conclude Jean-Pierre Guichardaz.

Intanto tra gli autonomisti

Un messaggio di auguri è diventato la scintilla che ha riacceso il fuoco della dialettica politica tra gli autonomisti. Si tratta degli auguri all’Union Valdôtaine per i suoi 76 anni - lunedì scorso, 13 settembre - nel messaggio che il giorno dopo ha diffuso Alliance Valdôtaine, alleato in Regione nel Governo Lavevaz. Perchè non solo di auguri si tratta. Parole con le quali si riaccende il dibattito intorno alla ormai mitica réunion delle forze autonomiste.

Alliance segnala infatti «Il ruolo essenziale di tutte le componenti dell’area autonomista nell’impegno per il benessere sociale, culturale ed economico della Valle d’Aosta» e auspica che «Lo spirito unificante e innovativo che animava all’epoca i fondatori dell’Union Valdôtaine possa nuovamente tornare e caratterizzare il dibattito politico nel rispetto e nell’onestà». Per Alliance «Ridurre le differenti e dolorose spaccature a dei semplici personalismi sarebbe una banalizzazione inopportuna, che non farebbe che interrompere il buon andamento dei confronti necessari ad armonizzare il quadro politico; senza la volontà di un’analisi profonda e realistica del passato recente e senza una passione e un entusiasmo rinnovati, difficilmente si potrà dare delle basi solide ad un rilancio unitario della politica autonomista, con l’effetto sicuro di lasciare più spazio ai partiti nazionali».

Alla discussione sul futuro del mondo autonomista partecipano anche due esponenti del gruppo consiliare di VdaUnie, l’assessore Luciano Caveri e il segretario del Consiglio Corrado Jordan.

Osserva Luciano Caveri sul dibattito in corso: «Il periodo è complesso e l’autonomia speciale è in un periodo cruciale nei rapporti con Roma e anche al proprio interno nella dialettica politica. Mai come oggi esiste la necessità di una riaggregazione della galassia autonomista, dopo la diaspora di questi anni. Mancano ancora modalità concrete, che necessitano e ciò deve avvenire nel rispetto del percorso di tutti, avvenuto in questi anni per buone ragioni e non per capriccio personale. Esiste un interesse superiore per dare solidità al particolarismo politico della Valle per evitare un declino del senso identitario e ribadire la necessità di autogoverno».

Aggiunge Corrado Jordan: «In Consiglio gli autonomisti lavorano bene assieme. Ci si incontra, si discute, ci si accorda. Una sinergia evidente per risolvere i problemi, che permette di ritrovare quei valori e quelle idee su cui si fonda l’autonomismo, come comune denominatore. Ora c’è bisogno di un percorso convincente, che coinvolga il territorio e le tante persone che chiedono unitarietà di intenti, dopo le divisioni di questi anni, perché solo assieme si conta di più, senza dimenticare perché si è giunti sino a qui».

Sottolinea ancora Luciano Caveri: «In questi anni ognuno ha fatto la sua strada e lavorato per la nostra Valle, anche in maniera critica. Ciò è avvenuto in certi momenti con scelte difficili e toni forti, come stimolo in una situazione stagnante e spesso priva di elementari elementi di pluralismo. Personalmente l’ho fatto con Uvp e poi ora con Mouv’ e con la proposta di VdaUnie. Adesso bisogna usare il collante dello stare assieme senza perdere tempo ed è un percorso a tappe indispensabile per chi crede nello Statuto speciale come elemento di partenza verso un’Autonomia più forte e più ambiziosa contro il centralismo romano e con uno spirito europeista che sia in linea con le necessità di una piccola realtà alpina».

Conclude Corrado Jordan: «Noi siamo disponibili, come abbiamo detto a chi ce lo ha chiesto, a dare il nostro contributo in un dibattito che si chiuda in tempi utili, avendo un perimetro chiaro dei partecipanti alla ricerca di un autonomismo all’altezza delle sfide che ci attendono. Non si tratta solo di governare, ma di progettare, assumendosi le responsabilità che derivano da poteri e competenze che abbiamo e che dobbiamo ottenere in più, contestando con forza quei segnali di un centralismo, che è rafforzato da chi fuori e anche dentro disegna una Valle d’Aosta come ormai indegna della sua Autonomia. L’autocritica e lo stare assieme sono indispensabili anche nel rapporto spesso difficile con Roma per dimostrare la coesione della nostra comunità. Ci vuole senso di responsabilità e bisogna passare dalle parole ai fatti».

Cristina Machet, presidente dell’Union Valdôtaine, affida a una nota la sua posizione: «En remerciant Alliance pour les vœux adressés à l'Union Valdôtaine, nous ne pouvons que partager le contenu du communiqué de presse. Au cours des derniers mois, le Mouvement s'est engagé dans un important chemin de dialogue avec les sections, précisément en vue de retrouver l'esprit identitaire qui naît des racines de l'Union Valdôtaine. Lors du premier Conseil fédéral convoqué à la suite des élections présidentielles, les délégués ont été informés de la prochaine création d' une série de commissions qui travailleront sur l'avenir de l'Union, un avenir qui ne peut certainement pas être séparé du dialogue et synergie avec les forces autonomistes».

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