Addio a Matilde Squinobal, appassionata allevatrice e donna d’altri tempi

E’ in lutto il mondo dell’allevamento valdostano per l’improvvisa scomparsa di Matilde Squinobal, mancata nel sonno nella notte tra lunedì e martedì scorsi, 13 e 14 settembre, in alpeggio a Palasinaz dove andava l’estate da oltre 30 anni. Matilde Squinobal aveva 76 anni ed era vedova di Stefano - per tutti Stefanino - Peretto, morto nel 2016. Lascia il figlio Gianni, titolare dell’azienda agricola nella quale sino all’ultimo ha continuato a dare il suo contributo. Per oltre 30 anni ha gestito con il marito e i famigliari gli alpeggi di Palasinaz, in Val d’Ayas. Storica casara, Matilde Squinobal era maestra nella lavorazione del latte e dei formaggi. La sua era una delle più grosse aziende agricole della zona, con oltre 150 capi. Chi la conosceva la ricorda come una donna d’altri tempi, che insegnava a vivere e sapeva trasmettere il valore del sacrificio, cosa significava essere una allevatrice, un’imprenditrice agricola. Una donna molto forte, religiosa, che teneva tanto alle tradizioni.

E tutti ricordano la désarpa di Stefanino Peretto e Matilde Squinobal come una festa: i suoni dei campani, i colori dei bosquet, i sorrisi e centinaia di animali. Una sfilata di allegria fino alla stalla di Pont- Saint-Martin per celebrare il loro mondo. Matilde Squinobal aveva conosciuto a Gressoney il suo compagno di una vita, e insieme al figlio Gianni hanno gestito per oltre trent’anni anni l'alpe di Palasinaz, a Brusson, il loro luogo del cuore. Il marito Stefano Peretto era un appassionato intenditore di campanacci di pregio - Chamonix in particolare - che custodiva gelosamente. Era stato inoltre presidente dell'Associazione Agricoltori di Pont-St-Martin e della locale Societé d'élevage.

Matilde Squinobal amava molto le sue mucche e le teneva bene nella grande stalla di Pont-Saint-Martin. I funerali si sono svolti nella mattinata di giovedì scorso, 16 settembre nella chiesa parrocchiale di Pont-Saint-Martin.