Per gli incidenti in cui persero la vita due operai indagati i datori di lavoro
Dopo la chiusura delle indagini su 2 incidenti mortali sul lavoro, il pubblico ministero della Procura di Aosta Francesco Pizzato contesta l’omicidio colposo - aggravato dalla violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni negli ambienti professionali - ai rappresentanti delle aziende delle quali erano dipendenti le vittime dei sinistri.
Per la morte di Luigi Claudio Campi, 46 anni, di Ceriano Laghetto, in provincia di Monza Brianza, operaio che perse la vita venerdì 4 settembre 2020 cadendo nella vasca di carico e scarico di una centrale idroelettrica ad Allein, l’ipotesi di reato è formulata nei confronti di Alberto Sale, 52 anni, di Milano, consigliere d’amministrazione con delega in materia di sicurezza e salute dei lavoratori della Api SpA di Rozzano, in provincia di Milano.
Nella ricostruzione degli inquirenti, l’uomo quel giorno era impegnato a sostituire le guarnizioni di tenuta del pistone dello sgrigliatore installato nella vasca, per rimuovere i detriti mediante la salita e la discesa di un “pettine”. Dalle indagini è emerso che il lavoratore aveva posizionato un pezzo di legno sul quale era appoggiata la parte mobile della macchina. Tale supporto non aveva però retto e lo sgrigliatore era precipitato, colpendo violentemente l’uomo ad una gamba e facendolo precipitare sul fondo dell’impianto lungo il torrente Artanavaz.
Pertanto la Procura ritiene che quella operazione configurava un intervento di manutenzione e l’addebito mosso all’indagato è la mancata redazione, in vista dello stesso, di un Piano Operativo di Sicurezza. Inoltre, contesta il pm, nel documento elaborato per un precedente intervento simile - attuato nel maggio 2020 - non era riportato in modo preciso come gestire in sicurezza la manutenzione dello sgrigliatore.
A chiusura di questa indagine, l’ufficio diretto dal procuratore capo Paolo Fortuna ha anche richiesto al Gip l’archiviazione della posizione dell’attuale direttore e all’epoca dei fatti presidente del Consiglio d’amministrazione della Cooperativa che gestisce la centrale, la Forza e Luce di Aosta, Gianfranco Martin Perolino, 84 anni, di Aosta, inizialmente iscritto nel registro degli indagati. Dalle attività investigative, che hanno visto anche l’effettuazione di una consulenza tecnica, non sono state ravvisate a suo carico violazioni collegate all’incidente letale, dato che la Api SpA agiva in subappalto per la cooperativa.
Chiuse le indagini anche sull’incidente che venerdì 12 febbraio scorso, a Pré-Saint- Didier, costò la vita a Giuseppe Dagostino. 43 anni, residente a Matrice a Cittanova, in provincia di Reggio Calabria, ma domiciliato ad Aosta, era intento a lavorare sulla Statale 26, quando scivolò lungo il pendio accanto la strada per circa 200 metri, cadendo nell’orrido. Individuato il corpo, il medico dell’elisoccorso non poté fare altro che constatare il decesso. Unico indagato per quella morte è Angelo Camputaro Lavorgna, 66 anni, di Saint- Vincent, titolare dell’impresa individuale per cui era al lavoro Giuseppe Dagostino. Secondo la Procura, il piano sostitutivo di sicurezza adottato dall’azienda edile non individuava in modo idoneo e preciso le lavorazioni da svolgere nel cantiere. Inoltre, l’area degli interventi non risultava dotata di idonee protezioni laterali, sebbene un lato della stessa fosse prossimo a una scarpata con un salto di roccia sottostante.