Sulle orme di san Grato con il Gruppo Fai Giovani per la festa patronale
In occasione della festa di san Grato, patrono della diocesi e della città, domenica scorsa, 5 settembre, i ragazzi del Gruppo Fai Giovani di Aosta hanno guidato 30 persone nel centro storico alla scoperta dell’iconografia e del culto del santo Vescovo vissuto nella seconda metà del V secolo. L’itinerario culturale ha svelato lo stretto legame tra la devozione e l'espressione artistica di un popolo attraverso le opere raffiguranti il santo nel periodo compreso tra il XIII e il XVI secolo. «San Grato protegge anche dalle tempeste e dalle calamità naturali e infatti, non a caso, domenica è stata una splendida giornata di sole. - afferma la referente del Gruppo Fai Giovani di Aosta Caterina Pizzato - Lungo il percorso abbiamo svelato gli aneddoti legati alla Magna Legenda Sancti Grati e ai poteri sovrannaturali attribuiti alle reliquie che nei secoli hanno subito vari furti scatenando le ire del santo: ancora oggi durante la processione del 7 settembre la Cassa reliquiario viene scortata dai giovani di Fontainemore vestiti in modo caratteristico». I volontari hanno anche mostrato gli affreschi cinquecenteschi della Cappella sconsacrata di San Grato, oggi sede espositiva. «Sopra l’ingresso è raffigurata la Madonna in trono con il Bambino tra i santi Caterina d'Alessandria e Nicola di Bari alla sua destra e le sante Barbara e Margherita dall’altro lato. - spiega Laurent Grange, neolaureato in Storia dell’arte - In un momento successivo venne aggiunto un riquadro sulla sinistra con san Grato intento ad arrestare una tempesta di grandine allontanando 2 piccoli demoni neri, simbolo dell’ostilità della nube e delle possibili conseguenze negative sui campi e sui raccolti. Il santo porta il capo di san Giovanni in mano, uno dei suoi principali attributi iconografici, in riferimento alla leggenda diffusa nel XIII secolo che narrava dell’eroica missione in Terrasanta dove recuperò la testa del Battista in un pozzo consegnandola al papa. L’iscrizione votiva a caratteri gotici presente nell’affresco, recante la data 26 aprile 1512, denota una delle rare testimonianze della pittura di inizio Cinquecento in Valle d’Aosta». In Cattedrale è stato possibile ammirare la vetrata e i dipinti raffiguranti il santo e la preziosa Cassa reliquiario, autentico capolavoro dell’arte sacra alpina ultimato nel 1458 e sorprendentemente conservato.
Il prossimo appuntamento con il Fai sarà venerdì 24 settembre nell’ambito della rassegna Plaisirs de Culture con l’architetto Bruno Orlandoni che accompagnerà i partecipanti in un’interessante visita guidata al Castello di Verrès (alle 14, alle 15 e alle 16) per conoscerne lo sviluppo ripercorrendo le vicissitudini della famiglia Challant e apprezzarne gli elementi architettonici più emblematici. Per prenotare è necessario inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica aosta@delegazionefai.fondoambiente.it specificando i nominativi e l’orario scelto.