Oggi a Gignod i funerali di Elio Cerisey, l’allevatore sorridente sulla strada del Grande
Figura iconica dell’allevamento “den cou”, Elio Cerisey - storico gestore del famoso punto tappa di Praz d’Arc lungo la strada del Gran San Bernardo - viene salutato dal suo mondo alle 15 di oggi, sabato 11 settembre, nella chiesa di Gignod: è mancato all’alba di ieri, venerdì 10, al Beauregard di Aosta.
Elio Cerisey, ormai da diversi anni, non riusciva più d occuparsi delle sue passioni. Il 20 luglio del 1970 fu vittima di un grave incidente che ne ha condizionato l’esistenza: scendendo con la slitta carica di fontine dalla Tsa d'Arc, l'alpeggio superiore di Praz d'Arc di Saint-Rhémy, ne fu travolto. La frattura della prima vertebra lombare e le cure mediche a Bologna e Neuchâtel avrebbero con tutta probabilità ucciso chiunque, ma non una persona con la tempra e il fisico di Elio Cerisey, che nonostante i gravi problemi di deambulazione continuò a lavorare come aveva fatto fino ad allora.
Nato il 29 maggio del 1935 a Mont-Joux di Gignod, come tanti ragazzi valdostani dell’epoca crebbe a pane e allevamento. Il papà Angelo e la mamma Martina Marguerettaz affittavano l’alpeggio di Porchère a Ollomont e fu proprio qui, all’ombra del Grand Combin, che il giovane Elio iniziò a coltivare la sua grande passione per le reines. Pascolando le mucche cominciò a conoscerne i segreti, a capirne le caratteristiche: era capace di intuire, se una bovina aveva il talento e il carattere per diventare regina. Grazie a questa sua passione smisurata nella stalla di Mont-Joux allevò fior fiore di campionesse: nel 1977 con Villa vinse la Regionale del primo peso (erano gli anni delle quattro categorie, con il titolo di “reina des reines” che andò a Ardita di Germain Pont), due anni più tardi Villa si confermò nel secondo peso e nella stalla di Gignod arrivò pure il bosquet di terza categoria grazie a Coquette. Eppure la reina alla quale era più affezionato era un’altra, una bovina che aveva solo sfiorato il titolo alla Croix- Noire: l’imponente Bayonne che nel 2006 perse in finale contro Venise dei fratelli Clos e l’estate successiva si dimostrò ancora competitiva, vincendo il primo peso nella notturna di Ferragosto. Bayonne era una mucca speciale, “La più bella di tutte. - raccontò anni fa in una bellissima intervista concessa a La Vallée Notizie - Quando facemmo la foto di rito per il suo secondo posto alla Regionale stava attenta a non venirmi addosso. Capiva che ero invalido e non potevo muovermi bene”.
Bayonne, purtroppo, contrasse la rinotracheite infettiva bovina e fu soppressa, con grande dispiacere del suo padrone. Elio Cerisey, nonostante una vita difficile, non si era mai abituato al dolore. Quello più grande lo aveva provato nel gennaio del 1995, quando dovette seppellire il figlio secondogenito Marco, uno dei suonatori di fisarmonica più promettenti della sua epoca. Due anni più tardi disse addio alla moglie Marisa Marietty di Echevennoz, conosciuta alla fine degli anni Cinquanta, quando saltuariamente dall’alpeggio sopra Ollomont scendeva in Vespa fino a Etroubles per andare a ballare. Lì conobbe quella che diventò la donna della sua vita: si sposarono nel 1960, dal loro matrimonio nacquero prima Cornelio - nel 1963 - e poi lo sfortunato Marco, nel 1966.
Prima di essere allevatore Elio Cerisey era stato mulattiere, trasportando legna e viveri nei viaggi in salita verso l’alpeggio e fontine in quelli in discesa. Con i genitori prima e con il fratello Dino poi aveva gestito Porchère di Ollomont: quindi, dopo le brevi parentesi a Mendey di Buthier e a Comba German di Etroubles, dal 1968 con la moglie e i figli si stabilì in estate Praz d'Arc, sulla strada che sale al Colle del Gran San Bernardo, di proprietà dell'Ordine Mauriziano. Nonostante l’incidente, Elio Cerisey aveva continuato a gestire quella montagna per trentotto anni, e con lei pure il punto vendita di formaggi e salumi e il bar dove migliaia di turisti ebbero la fortuna di conoscerlo e dove i valdostani tutti passavano almeno una volta durante la bella stagione.
Qualche anno fa, dopo le fratture a una caviglia e a un femore, aveva deciso di farsi ricoverare nella microcomunità di Doues. Poi era stato trasferito a Pontey, ma nell’ultimo mese le condizioni di salute lo avevano costretto al Beauregard.
Oggi, dopo il funerale, si ricongiungerà con Marco e Marisa nel cimitero di Gignod, che ogni giorno per anni ha frequentato, pur restando seduto in auto, dal parcheggio lungo la statale, con il grande cuore pieno di malinconia, un appuntamento per lui irrinunciabile.