La Becca di Luseney restituisce un ricordo della guida Ettore Bionaz
Un piccolo contenitore di vetro corroso dal tempo ma ancora integro è stato ritrovato su una delle vette più amate da Ettore Bionaz, scomparso in un incidente in montagna nel lontano 1985. All’interno un biglietto perfettamente leggibile con i nomi e le firme dei partecipanti a un’ascensione avvenuta il 28 luglio 1974, e un breve commento «Temps splendide, ciel bleu, pas de vent, formidabile!». Dopo 36 anni è tornata nuovamente alla luce la storia della nota guida alpina, morta prematuramente all’età di soli 45 anni, grazie al ritrovamento di un ragazzo che vive in provincia di Monza, Mattia Biffi, 36 anni, che è stato sulla Becca di Luseney, proprio su indicazione di una delle figlie di Ettore Bionaz, Cristina, ora cinquantenne e che all’epoca dell’incidente era una ragazzina di 14 anni.
E’ tanta l’emozione di Cristina Bionaz nel raccontare questa singolare e quasi incredibile storia di fine estate. «Sono ancora un po’ scossa, è come se papà si fosse in qualche modo fatto vivo a noi famigliari e a tutte le persone che lo conobbero e amarono. - racconta la donna che vive a Bionaz e lavora in un negozio di alimentari nello stesso paese gestito da Denise Scalfi (vedi articolo a destra, ndr) - La Becca di Luseney era una delle cime preferite di mio padre e ci siamo recate qualche volta anche io e le mie sorelle, Gilda che ora ha 55 anni e Claudia di 51 anni, ma naturalmente non abbiamo trovato nulla. Non potevamo sapere dell’esistenza di questo ricordo, lasciato tanti anni prima da mio papà durante una delle sue ascensioni».
Ettore Bionaz oltre che una nota guida alpina era stato uno dei primi istruttori dei cani da valanga, ed era anche un bravo scultore. All’epoca del suo incidente, gestiva il Rifugio Crête Sèche «Che aveva intensamente voluto e realizzato, partecipando anche attivamente ai lavori», come ricorda la figlia Cristina. Una curiosità: il rifugio da un paio di anni è gestito da Sophie Barailler, figlia di Claudia e quindi nipote di Ettore.
Il 24 luglio del 1985 Ettore Bionaz era di ritorno da un’escursione sul Mont Cerf dove aveva accompagnato un turista belga. L’incidente avvenne in un nevaio a monte del Colle di Crête Sèche. Il cliente rimase ferito gravemente ma se la cavò, invece per la guida non ci fu nulla da fare, lasciando nella disperazione oltre che le sue adorate figlie la moglie Alina Chentre che all’epoca aveva 39 anni.
«Per noi la perdita fu enorme, papà era una persona meravigliosa, oltre che una bravissima guida, amata e stimata da tutti i colleghi; fu uno dei primi addestratori di cani da valanga oltre che sindaco di Bionaz per due legislature. - riferisce ancora Cristina - Ogni anno, in diverse località anche francesi e svizzere, si tengono ancora dei memorial in suo onore».
Iincredulo ed emozionato per l’inconsueto ritrovamento è Mattia Biffi di Villasanta nel monzese che da qualche anno si reca in vacanza nella Valpelline e che quest’anno, su suggerimento di Cristina Bionaz, è salito sulla Becca di Luseney.
«Da sempre sono appassionato di montagna e delle emozioni che quest’ambiente riesce a regalarmi. Ho conosciuto la Valpelline durante un mio soggiorno estivo una decina di anni fa e da 3 anni a questa parte ho passato ogni estate un breve periodo a Bionaz durante i quali mi sono divertito immensamente nell’esplorazione delle valli intorno a questo bellissimo luogo. - racconta Mattia Biffi - Ho conosciuto Cristina 3 anni fa grazie al suo lavoro e ogni giorno, seppur nel brevissimo tempo in cui ci si incontrava, era piacevole per me riuscire a scambiare qualche parola, idea o consiglio sulle ascensioni che mi sarebbe piaciuto compiere Nei suoi racconti c’è sempre il ricordo vivo ed emozionante del papà Ettore con cui aveva fatto quella cima, scambiato quelle parole, ricevuto quell’insegnamento. Durante i miei giri nelle valli di Bionaz ho potuto trovare io stesso dei segni che ne ricordano la memoria, statue di legno, fotografie, dediche. Con il passare del tempo è diventata anche per me una figura molto stimata e apprezzata. Quest’anno ho così deciso di raggiungere la Becca di Luseney, la cima preferita di Ettore Bionaz».
Mattia Biffi racconta di avere fatto tappa al Bivacco Reboulaz, e il giorno dopo, con non poche difficoltà, di avere finalmente raggiunto la Becca di Luseney. «Ho scattato diverse foto, la giornata era stupenda e prima di prepararmi per la discesa ho cercato il classico libro di vetta. Cristina mi aveva raccontato che doveva esserci una scatola di legno con il libro vicino alla croce, ma non li ho trovati. Mi sono allora inginocchiato alla base dell’ometto e sono stato incuriosito da uno strano bussolotto. L’ho aperto a fatica e all’interno ho trovato un foglietto datato 28 luglio 1974 con una lista di nomi, il primo dei quali era quello di Ettore Bionaz. Che emozione, anch’io sono riuscito a “incontrarlo”! Sulla sua cima con semplicità ha lasciato un messaggio, una firma, una frase. A distanza di anni, è stato come rivederlo di nuovo lì, sulla sua vetta preferita».
Il bussolotto con la testimonianza della storica guida di Bionaz è rimasto dov’era. Pronto per essere ritrovato... chissà, magari da altri escursionisti, amanti del Luseney.