A Jovençan l’ultimo immenso abbraccio tra lacrime e ricordi a Sandro Pepellin e Velio Dal Dosso
Il cielo è di un magnifico azzurro, bellissima giornata quella di mercoledì scorso, 1° settembre, una di quelle giornate nelle quali lavorare in cantiere sarebbe stato un piacere, con il verde intorno, un leggero vento e lo spettacolo delle montagne nitide. Probabilmente avrebbero parlato di questo Sandro Pepellin e Velio Dal Dosso, aiutandosi l’un l’altro, fianco a fianco, come facevano ormai da trentasette anni. Ne avevano visti di cantieri insieme, ne avevano visti di paesaggi sotto il sole e il cielo blu, ma ogni volta la meraviglia di quello che stava intorno a loro era l’occasione per un commento e anche per parlare di progetti, di idee, a volte di sogni.
Mercoledì a Jovençan per salutare Sandro e Velio sono arrivati in tanti, accolti da un’organizzazione precisa ed attenta, nel rispetto di un dolore collettivo enorme. La piccola chiesa ha lasciato il posto al verde dell’antico cimitero, ristrutturato con un progetto coraggioso approvato prima che Sandro Pepellin diventasse sindaco nel 1988, seguito comunque come assessore comunale. Uno spazio per ritrovare la comunità, questa fu l’idea all’epoca. E la comunità era tutta li mercoledì, racchiusa in poche centinaia di metri quadrati, Jovençan e Gressan insieme, e poi tanti altri, da ogni luogo.
Il parroco dei due paesi don Michel Ottin non è riuscito ad evitare di commuoversi, spesso ha parlato con la voce rotta dall’emozione, pure lui testimone sensibile di una tragedia che ha toccato i nostri cuori. Poi ha preso la parola Cristina Berlier la moglie di Sandro, con voce decisa ha rincuorato tutti con le sue parole, dicendo cose chiare, come il fatto che la casa in ristrutturazione diventerà il bed and breakfast che volevano, che avrebbe voluto Sandro Pepellin, «l’uomo dei no che poi diventavano dei si». Cristina Berlier ha ricordato i tanti progetti ed i tanti risultati, soprattutto ha ricordato la condivisione, capacità rara, che però è sempre stata una costante di famiglia. «Due rami dello stesso albero, due petali della stessa corolla» ha detto per evidenziare la diversità di vedute per una finalità comunque sempre comune. Cristina Berlier ha parlato di barca e di vele, per spiegare che il timone andava nella stessa direzione, verso un punto all’orizzonte lontano ma definito nelle loro menti e nei loro cuori. E’ stata la cosa più bella di una giornata molto triste.