«Se un esercente fa entrare i clienti "sulla parola", si dovrà prendere anche la responsabilità»

«Se un esercente fa entrare i clienti "sulla parola", si dovrà prendere anche la responsabilità»
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Il Green pass non è stato un problema - in Valle d'Aosta - neanche con una buona presenza di turisti. I Carabinieri del Gruppo di Aosta, con l'impiego di oltre 130 militari, hanno verificato il rispetto del codice della strada e delle normative contro la pandemia: nei 60 servizi preventivi effettuati nel fine settimana di Ferragosto, sono state controllate oltre 600 persone, 500 veicoli e 40 esercizi pubblici, e denunciate 6 persone, di cui 3 residenti fuori Valle, sorprese alla guida ubriache, mentre un'altra è stata segnalata per il possesso di 15 grammi di hashish. Le multe per il mancato rispetto del codice della strada sono state 10 e 6 le patenti ritirate.

«Abbiamo iniziato i controlli martedì 10 agosto e continueremo almeno fino a domani, domenica 25 - spiega il colonnello Carlo Lecca, comandante del Gruppo carabinieri di Aosta - in particolare stiamo verificando il rispetto della normativa sul Green pass, su cui vi è parecchia ignoranza, a causa della mancanza di una corretta spiegazione delle normative».

«Rispetto a quanto molti sostengono, ovvero che i ristoratori non potrebbero chiedere, oltre al Green pass, il documento del cliente - continua - si è chiarito, grazie alle precisazioni del Ministero dell'Interno, del Garante della Privacy e dell'Amministrazione regionale, che invece possono chiederlo, qualora vi sia un ragionevole dubbio sull'identità. Per esempio se arrivo io, che sono un uomo, ed esibisco il Green pass intestato ad una donna, il "ragionevole dubbio", porta a verificare che vi sia corrispondenza».

La richiesta del Green pass riguarda anche l'accesso alle manifestazioni e alle sagre: «Se l'area è esterna, però delimitata - precisa ancora il comandante Carlo Lecca - gli addetti alla sicurezza devono chiedere il certificato verde ed il documento d’identità, controllo che invece non sarà necessario se l'area è all'aperto e di libero accesso, senza delimitazioni. In ogni caso, se il gestore di un esercizio fa entrare i clienti "sulla parola" si dovrà prendere anche la responsabilità nel caso in cui il Green pass dei suoi clienti non ci sia o non sia valido. Ricordo che questa procedura di controllo è obbligatoria: se i ristoratori non chiedono il Green pass violano la norma».

La situazione valdostana - a una ventina di giorni dall'avvento del controllo del Green pass - è tranquilla: «Qui si sono tutti rapidamente abituati - sottolinea il colonnello Carlo Lecca - ci sono state manifestazioni ma la partecipazione è rapidamente calata. Anche per questo noi abbiamo operato principalmente per chiarire a chi non avesse ancora capito come verificare, piuttosto che sanzionare».

«Pure dal nostro punto di vista le due settimane a cavallo di Ferragosto sono trascorse tranquille anche per ciò che concerne il Green pass. - evidenza Fabio Fiore, comandante della Polizia locale di Aosta e della Plaine - La maggior parte degli esercenti è coscienziosa ed anche i clienti non si fanno pregare per esibire il certificato. Anzi, lo esibiscono subito, senza dover costringere i titolari degli esercizi a chiederlo».

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