Piano urbano del traffico, così non va Raffica di critiche dai commercianti
«A pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina». Parole di Graziano Dominidiato, presidente di Confcommercio VdA, in apertura dell'incontro di presentazione delle osservazioni dei commercianti aostani al Piano urbano del traffico-Put, giovedì scorso, 26 agosto, nella sala delle conferenze della Bcc Valdostana.
«Il "Put" presenta serie criticità - ha spiegato Graziano Dominidiato - e, anche se non è nostra intenzione alimentare polemiche troviamo strano che un Piano di questa importanza, che interessa tutti quelli che operano nel commercio, sia stato pubblicato il 16 agosto, mentre i nostri associati per fortuna stanno lavorando».
Le osservazioni - sintetizzate dall'architetto aostano Giacomo Galvani - partono dagli obiettivi del Put che deve proporre il miglioramento delle condizioni di circolazione e sosta, il miglioramento della sicurezza stradale, la riduzione degli inquinanti atmosferici e acustici ed il risparmio energetico, in accordo con gli strumenti urbanistici già vigenti, come il Piano regolatore generale, nel rispetto dei valori ambientali.
«In Valle d'Aosta vi sono 350 architetti ed altrettanti ingegneri. - ha detto Giacomo Galvani, che fa parte del direttivo dell'Ordine - Queste persone redigono progetti e sono fra i maggiori attori, assieme alle altre categorie, nella trasformazione della città e del territorio: perché non è stata sentita la loro opinione? Avrebbero potuto portare il loro contributo al Piano. Non credo però che questo sia il frutto di una disfunzione procedurale ma di una presunzione politica, altro che "politica partecipata"».
Giacomo Galvani, ricordando che il Put è «prescrittivo», ha rimarcato che «Il Piano deve contenere i principali interventi da attuare a breve e medio termine ed essere strutturato in 2 fasi, una immediata che risolva le criticità più urgenti di circolazione e sosta urbana, e una seconda che preveda infrastrutture e servizi di trasporto». «Si osserva però l'assoluta mancanza della suddivisione - ha aggiunto Giacomo Galvani - non è definito alcun Programma di attuazione, non risultano in alcun modo le diverse soluzioni adeguate alla circolazione e sosta nelle stagioni turistiche. Si sono dimenticati dei turisti».
L'unico aspetto considerato positivo è quello che prevede l'eliminazione del passaggio a livello in via Carrel «che taglia in due la città», e come esempio coraggioso di sviluppo urbano è stato riproposto il parcheggio di assestamento nell'autostrada A5 nel tratto di «tangenziale» tra i caselli di Aosta est ed Aosta ovest, all'altezza dell'area Cogne, con un collegamento pedonale diretto con il centro città, rispolverando ipotesi come il «people mover» pensato nel 2010 dall'allora sindaco Bruno Giordano, o il «Cablò» che Luciano Caveri, quando era Presidente della Regione, aveva proposto nel 2008.
«Gli ingressi ad Aosta non si possono risolvere con 2 rotonde, - ha continuato Giacomo Galvani - non è accettabile la Ztl in piazza San Francesco, dove parcheggia chi deve andare in Comune, così come, nello stesso modo non si può togliere la viabilità ad est dall'Arco d'Augusto, e nel lato nord di piazza della Repubblica. Chiudere al traffico privato viale Ginevra, viale Federico Chabod, via Garibaldi via Guido Rey è rendere monca la viabilità cittadina, con conseguenze immaginabili. Il sistema di sosta è irrisolto, la pista ciclabile porterà via 190 posti auto, i parcheggi di interscambio funzionano male, si vuole riqualificare piazza Plouves però si perdono almeno 700 parcheggi. Considerando gli oltre 25mila transiti automobilistici quotidiani e la concentrazione di servizi nel centro, si arriverà alla paralisi della fruibilità delle attività».
«Il Put non “osa”, - conclude il documento di Confcommercio - non è propositivo nell'indicazione di quegli interventi di grande respiro che nei prossimi dieci anni possono rendere la nostra città un modello di sviluppo e prosperità con il conseguente aumento della qualità di vita di tutti gli abitanti».
L'incontro ha visto la presenza di diversi consiglieri comunali dell'opposizione, da Giovanni Girardini e Eleonora Baccini a Sergio Togni, ed a Renato Favre, accompagnato da Emily Rini, con una nutrita partecipazione del gruppo del Consiglio Valle della Lega, di Marco Cocco della Stella Alpina, oltre che di diversi commercianti aostani. Intervenuto al dibattito, Ivo Buschino ha proposto di coprire tutte le vetrine dei negozi di Aosta per una settimana «così si renderanno conto di quello che accadrà» però per Graziano Dominidiato - «Le nostre osservazioni potranno essere accettate o no, noi non possiamo fare altro» - la protesta «Potrebbe non trovare una globalità di adesioni, anche se è molto interessante».
«Noi cercheremo sempre di essere il più possibile giusti e rappresentativi - ha concluso Amina Bodro, vice presidente di Confcommercio Aosta - e poi vi voglio rassicurare sul fatto che a Confcommercio il coraggio non manca».
Sulla convocazione dell’incontro da parte di Confcommercio, era stato critico l'assessore alla Mobilità del Comune di Aosta, Loris Sartore: «Al fine di illustrare il Piano generale del traffico urbano ed effettuare i necessari approfondimenti, ascoltando eventuali indicazioni, il 30 agosto alle 16.30 è stato convocato in Comune un incontro con le associazioni di categoria. Tale incontro era stato preparato e comunicato ai diretti interessati ben prima della convocazione della conferenza stampa di ConfCommercio del 26 agosto. Trovo questa modalità di relazionarsi con la politica, ovvero di richiedere dapprima incontri ufficiali per dibattere i temi in agenda, e poi, una volta ottenutili, anticipare alla pubblica opinione le proprie rivendicazioni per suscitare una forma di pressione sui decisori pubblici, di discutibile utilità oltre che scortese a livello istituzionale».
Sulla questione nei giorni scorsi, era intervenuta anche la Lega VdA: «Ve lo immaginate, ad esempio, il disagio che il nuovo Piano creerà ai genitori dei bambini che frequentano le scuole di piazza San Francesco che non riusciranno ad accompagnare i loro figli a scuola?».
Per Rinascimento VdA invece il Piano è «Deficitario, carente e avulso dai bisogni dei cittadini e dei commercianti».