«Green pass divisivo sul lavoro», il Savt scrive al presidente del Consiglio Mario Draghi

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"Se chi è chiamato a gestire l'emergenza sanitaria ritiene che il vaccino sia l'unico strumento a disposizione per combattere la pandemia da Covid-19, deve avere il coraggio di sancire l'obbligo vaccinale, visto che la Costituzione italiana prevede questa possibilità in situazioni come quella che stiamo vivendo". Lo scrive il sindacato autonomo valdostano dei lavoratori (Savt) in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando e al ministro della Salute Roberto Speranza.

Nonostante si tratti di "uno strumento immaginato per dare nuovo impulso alla campagna vaccinale", il Green pass "rischia al contrario di diventare un vero e proprio boomerang, considerate le innegabili difficoltà che il suo utilizzo comportano", scrive il segretario generale del Savt Claudio Albertinelli. A questo proposito, non è immaginabile chiedere "agli esercenti, ai datori di lavoro e/o ai lavoratori stessi, di vigilare sul fatto che le persone siano in possesso del Green Pass", così come "ci si deve organizzare affinché le persone che scelgono per qualsiasi motivo legittimamente di non vaccinarsi, qualora non si decidesse di andare verso l'obbligo, possano praticare l'alternativa di fare il tampone ogni 48 ore", ribadisce il Savt. In questo preciso momento storico "devono essere le istituzioni a mettere i cittadini nelle condizioni di rispettare le norme e a vigilare sul fatto che tutto ciò accada. Non il contrario", conclude la lettera.

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