Addio a Giulio De La Pierre, il partigiano “Livio” Cento anni nel segno dei valori della Resistenza

Addio a Giulio De La Pierre, il partigiano “Livio” Cento anni nel segno dei valori della Resistenza
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Cento anni vissuti nel segno dell’impegno civile e dei valori della giustizia e della Resistenza, con un innato ottimismo e un grande amore per la vita. Si è spento nella notte tra venerdì e sabato scorsi, 20 e 21 agosto, nella sua abitazione di località Biò a Borgofranco d’Ivrea, Giulio De La Pierre, l’ultimo sopravvissuto della terza Brigata Lys essendo mancato lo scorso anno, all’età di 100 anni Edoardo Dellea di Pont-Saint-Martin.

I funerali di Giulio de La Pierre - il partigiano “Livio” - sono stati celebrati lunedì scorso, 23 agosto, a Gressoney-Saint-Jean. Era infatti originario della valle del Lys anche se ha vissuto quasi tutta la vita in Canavese. Nella bella casa di località Perletoa, però, ha continuato a ritrovarsi sempre con la famiglia tutte le estati e a Natale, innamorato com’era delle sue montagne e delle camminate nella natura. Quei boschi gli davano pace, mentre erano stati lo scenario della Guerra tanti anni prima quando, all’inizio del 1944, Giulio De La Pierre si unì alle forze partigiane della Bassa Valle ed entrò a fare parte della terza Brigata Lys che all’epoca operava a Perloz e che contava una quarantina di aderenti. L’Anpi, a suo tempo, gli aveva dedicato il primo quadernetto commemorativo della collana “La nostra Memoria - Storie di guerra e di pace, di impegno e libertà”, un’opera che riassumeva la sua esperienza in campo e la sua vita partigiana, rivelando gli aspetti della scelta che portò lui e tanti uomini e donne al rifiuto della dittatura e alla lotta di Liberazione, generatasi dalla confusione dell’8 settembre alla formazione delle prime bande partigiane in Valle d’Aosta, per poi intraprendere un racconto lucido dei retroscena degli attacchi e dei rastrellamenti avvenuti in tempo di guerra tra Piemonte e Valle d’Aosta. Passione civile, ammirazione per le gesta dei protagonisti della Resistenza e un uso chiaro e preciso delle parole, mutuato dalla sua professione di ingegnere, erano caratteristica di Giulio De La Pierre, considerato dai compagni dell’Anpi una “voce limpida di giustizia e mente acuta”. «Sono convinto che la memoria delle resistenze e delle liberazioni che illuminano il nostro passato arricchiscano le lotte odierne per fermare la deriva distruttiva che sembra prevalere nel mondo globalizzato e aiutino a costruire un mondo migliore, più umano, più solidale e più giusto» scriveva Giulio De La Pierre.

Dopo la Guerra, sposatosi nel 1952 con Maria Sertorio, originaria di Torino, Giulio De La Pierre aveva fondato l’azienda Motori Baltea che progettava e costruiva motori diesel per barche e trattori e che è rimasta in attività fino agli anni Settanta. Dopo esperienze lavorative in altri settori, era poi andato in pensione alla fine degli anni Ottanta. Negli ultimi tempi si è dedicato a portare nelle scuole della zona la sua esperienza durante la Resistenza. I suoi due fratelli Giorgio e Marco sono già mancati: il primo, anch’egli ingegnere, nel 2014, all’età di 94 anni; il secondo, di professione medico, nel 2017. Entrambi sono sepolti nel cimitero di Gressoney-Saint-Jean dove si trova la tomba di famiglia e dove ora riposerà in pace anche Giulio. In particolare, Giorgio, il primogenito dei fratelli De La Pierre, era una figura molto conosciuta a Borgofranco dove è stato sindaco dal 1951 al 1975 e per 20 anni ha guidato come direttore le industrie Alkan. «La nostra comunità perde un personaggio davvero importante. - commenta il sindaco di Borgofranco Fausto Francisca - Giulio ha sempre vissuto nel nostro paese, pur essendo valdostano, era un bravo imprenditore e la sua è una famiglia di rilievo per Borgofranco». «Ci mancherà la sua guida, il suo essere sempre presente nelle vicende italiane e internazionali, la sua umanità» lo ricorda Mario Beiletti, presidente dell'Anpi Ivrea e Basso Canavese. «Testimone sempre presente ha spesso portato le sue parole di saggezza, la sua umanità e il suo impegno civile che mai è venuto meno nell'affrontare le vicende italiane e internazionali» scrive l’Anpi della Valle d’Aosta.

Giulio De La Pierre collaborava con scritti e articoli alla magazine online Varieventuali, a cura dell’associazione culturale Rosse Torri. In uno dei suoi ultimi interventi si legge: «Confidiamo che i valori etici, umani, laici e religiosi, che sembra stiano riscuotendo nuovo interesse e attenzione, siano portatori di potere terapeutico per contrastare le pratiche corruttive dilaganti negli ambienti economici e amministrativi». E ancora: «Viviamo in un ambiente naturale particolarmente favorevole: amiamolo, rispettiamolo e curiamolo. Dovremo farlo con umiltà, tolleranza, rispetto, ascolto. Studio e formazione sono modalità fondamentali. E dobbiamo essere aperti agli altri, offrire collaborazione e chiedere sostegno se necessario». Insegnamenti che vivranno per sempre insieme al ricordo di Giulio De La Pierre, il partigiano “Livio”. Oltre alla moglie Maria, lascia la figlia Luisa, che di professione fa il medico e vive a Milano.

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